Sette cuccioli avvelenati alla periferia di Giugliano.

I primi effetti della nuova legge regionale sul randagismo

Alcuni volontari hanno trovato sette cuccioli di cane avvelenati in un appezzamento di terreno alla periferia di Giugliano, in provincia di Napoli. Sono stati loro a chiedere l’intervento del Garante dei diritti degli animali di Napoli e l’aiuto della dottoressa Annamaria Cozzolino dell’Asl Na2 Nord che si è precipitata sul posto per cercare di salvare altri randagi che rischiano di essere ammazzati, allo stesso modo: il veleno potrebbe essere stato sparso da contadini confinanti per motivi ancora da chiarire. Una vicenda inquietante sulla quale si continuerà a indagare. Il commento di Stella Cervasio sull’argomento.

“I cani devono stare liberi”. Sì, ma questo è un concetto che varrebbe per i randagi qualora vivessimo in un paese civile. Purtroppo gli abitanti delle zone più isolate della Campania, qualsiasi provincia, sanno bene che trovare un assassino che usa il veleno per liberarsi degli animali che gli danno fastidio, è più difficile che trovare un ago in un pagliaio. Anche perché, come sempre affermano, le forze dell’ordine hanno “altre priorità”. Io non so quale possa essere la priorità rispetto a un cane che si contorce per ore nel dolore e vomita bava e sangue per il veleno che ha ingerito, mettendoci molto tempo prima di morire. Scusate la brutalità ma le cose vanno dette come sono, senza edulcorarle. 

Giugliano, Campania, Italia, Mondo sono i luoghi, e Terzo Millennio è l’epoca. E ancora si deve sentire che “il contadino che coltiva la terra sparge veleno per ammazzare tutti i randagi là intorno, per far dispetto al suo vicino contadino pure lui, che li sfama”. Che cosa c’è di sbagliato in queste frasi? Facciamo una caccia all’errore o all’orrore, come preferite…La prima è l’uso del veleno per disfarsi degli animali. La seconda è la presenza di randagi. Randagi ancora “interi”, quindi non sterilizzati come prevede la legge, che quindi producono cuccioli con la pala e che vanno poi a “disturbare” il contadino che naturalmente non ci pensa nemmeno a recintare il suo terreno: costa troppo, oppure non se ne cura, che se ne frega e così via. Mi inviano stamattina, tanto per cominciare bene la giornata, foto e video di cani prima vivi e gioiosi, poi morti ammucchiati in una carriola pronti per essere analizzati alla Asl: li hanno ammazzati con il veleno per i topi, molto probabilmente. Facile da trovare, che può essere comprato da tutti, anche da un bambino, in questo scellerato paese Italia, vendibile quindi a qualcuno che poi sarà difficile da trovare: un delitto perfetto autorizzato dallo Stato. Scusate, ma è proprio così. Il veleno uccide. E come può colpire il cane, può colpire anche un adulto o un bambino. Ora noi tremiamo di fronte a un virus dell’influenza e non facciamo una piega di fronte a un veleno che può finire in bocca a chiunque, oltre che ai poveri cani, gatti, piccioni e uccelli vari che danno “fastidio” a questi residui di una ruralità deteriore che abbiamo intorno alle città?

Sterilizzare sterilizzare sterilizzare, dico sempre. Tre volte, per essere più ascoltata. La legge parla di randagi, e lo fa senza tener conto dell’etologia, perché (e questo lo sanno in pochi) non tutti i cani si accoppiano e non a tutti i cani fa bene essere sterilizzati, in certi casi il comportamento, è stato studiato, peggiora. Ma chi sta per strada deve essere tutelato, quindi comunque niente cuccioli. E ai cani padronali cosiddetti, invece, chi pensa? Ai cani e ai gatti che entrano ed escono dalle case non sterilizzati (perché non è obbligatorio e molti veterinari di scarsa coscienza neppure lo consigliano) liberi di accoppiarsi e mettere al mondo cuccioli che nascono per strada e muoiono nei modi più atroci, oppure nascono non voluti in case dove poi li buttano nell’immondizia ancora vivi o li fanno adottare da gente che li va ad abbandonare al prossimo incrocio, che cosa ne diciamo noi?

Le Asl hanno poco personale e hanno già abbastanza da fare. I volontari per l’80 per cento si rivolgono altrove per scarsa fiducia o dicerie diffuse. Il risultato è che gli enti preposti vengono ingiustamente e impropriamente tenuti lontani dalle situazioni a rischio che perciò non si riesce a prevenire. Nessuno ha segnalato che c’erano cani da sterilizzare a Giugliano, fino a quando non sono stati trovati morti. Ora segnalare è inutile. Ci sono altri due o tre cagnetti che girano intorno alla casa del contadino assassino, che non diremo chi è perché non abbiamo né prove né testimoni consenzienti a testimoniare, quindi la legge ci dice di star zitti che è meglio. Leggo spesso su giornali di altre zone d’Italia che sono stati individuati e presi personaggi che avvelenano animali. Da noi non si riesce. Da noi molti processi vedono testimoni importanti e gli stessi proprietari, a volte, di cani ammazzati, tirarsi indietro davanti ai giudici, non so con quale coscienza. Paura? Pensate piuttosto alla paura che ha avuto quel cane, quando, dopo aver mangiato la polpetta, ha cominciato a sentire un dolore pazzesco e a buttare sangue. Pensateci. Prima di non denunciare e di ritrattare. 

Perché i primi effetti della legge sul randagismo? Dopo quasi vent’anni finalmente si è messa mano alla legge sul randagismo. Competenza regionale farlo. E l’idea di limitare a 350 cani gli ospiti dei canili che i Comuni pagano per toglierglieli dai piedi è migliore sicuramente di un numero senza limiti di legge. Ma gli altri che fine faranno? La limitazione blocca le entrate. Ma che cosa la Regione ha fatto o farà per favorire l’entrata in famiglia dei cani che possono andarci mentre sono per strada oppure l’incremento delle sterilizzazioni per quelli di cui parlavamo sopra (randagi, s’intende: la Costituzione italiana, che viene di solito calpestata in molti modi, viene stra-citata chissà perché solo quando si chiedono due cose: limitazione delle nascite dei padronali e impedimento delle vendite di cuccioli, grave offesa a un commercio che onesto non lo è quasi mai). Niente è previsto in tal senso dalla legge regionale n.3 del luglio 2019. Ma le leggi, chi deve farle? I politici che di certe materie niente sanno? Oppure i tecnici che masticano queste materie dalla mattina alla sera rimettendoci anche di tasca propria per le lacune create da leggi inesistenti o mal fatte? Rispondete un po’ voi. 

Io di combattere non mi stanco mai. E non paga di tutte le botte che ho preso da garante comunale, ho concorso per il garante regionale. Il bando scadeva a settembre scorso. Ma il garante non è stato ancora nominato. E i cani sono nella carriola, in attesa che qualcuno chieda giustizia per loro. 

Stella Cervasio

Educatore cinofilo, esperta diritti animali.

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