Il cane non è una macchina a comando. Ultimi studi su educazione versus addestramento

essere-animale-stella-cervasio-mariella-romano-cronaca-e-dintorniPrima di passare ad altro, sento il bisogno di puntualizzare alcune cose dette nel precedente intervento, quando parlavamo dello schienare il cane come punizione.

A proposito di quell’episodio, avvenuto a Napoli, va detto che la polizia municipale, su segnalazione del Garante diritti animali di Napoli, ha denunciato alla Procura della Repubblica per maltrattamento la persona ripresa nel video che gettava a terra con forza, afferrandoli per zampe e code, alcuni cuccioli di pitbull. L’istruttore cinofilo Rosaria Vernese, con la quale abbiamo avuto uno scambio di informazioni sulla vicenda, sostiene giustamente che il rapporto e l’educazione del cane sono cose più complesse di una serie di principi affermati in passato e rimasti poi nella pratica di alcuni metodi che considerano il cane come una macchina dalla quale, con opportune azioni, si può ottenere un effetto conseguente. Punizioni e rinforzi in generale sono la base dell’addestramento.

“Anche lo stesso rinforzo positivo fa parte di una visione obsoleta del rapporto con il cane”,  spiega la fondatrice della Voce del cane, “perché tende a considerarlo come un meccanismo semplice, operante tra stimolo e risposta. Punizioni e rinforzi positivi o negativi sono stati tratti dagli studi di Skinner verso la metà del Novecento. La punizione positiva è fornire qualcosa di spiacevole, il rinforzo negativo, che è il principio su cui si basa il collare a strangolo, è quando si toglie qualcosa di spiacevole”.

Ignorare il cane, cosa che si preferiva fino a qualche anno fa a qualsiasi punizione, vuol dire punirlo comunque, e rientra nelle punizioni negative. Quindi l’ignorare va ponderato bene in un percorso che tiene conto delle emozioni del cane.

Anche di metodo gentile ormai non si parla più, poiché sotto questo nome c’è una gran confusione e spesso poca preparazione. L’apprendimento è cosa più complessa di come veniva considerata a metà Novecento, anche se questi metodi sono stati la base per comprendere certi meccanismi, ma oggi sappiamo bene che gli animali sono assai più complessi ed è difficile ascrivere loro questi principi che invece sono così semplici e generalizzanti e quindi riduttivi dell’individuo. “Sbagli-t’ignoro” è una punizione negativa,  mentre “sbagli-ti punisco” è il meccanismo della punizione positiva. Il rinforzo negativo avviene quando cessa la punizione positiva, ed è riassunto dall’impiego del collare a strangolo. Ma tutto questo vi interesserà soltanto per capire la differenza tra metodi, appunto, obsoleti e metodi che invece considerano gli studi più avanzati sull’etogramma del cane. Sul suo comportamento. Sulle sue emozioni, che devono sempre essere al primo posto.

Stella Cervasio

Educatore cinofilo, esperta diritti animali.

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