Storia di un chihuahua smarrito e del proprietario che non lo aveva registrato

Napoli, le regole per adottare un cane.

essere-animale-stella-cervasio-torre-del-greco-mariella-romano-cronaca-e-dintorniUn cane che pesa meno di cinque chili arriva stremato, affamato e assetatissimo in un quartiere di Napoli pieno di verde (speriamo non ancora per poco, perché a Napoli abbiamo un Ufficio Giardini che dovrebbe invece chiamarsi Ufficio Cementificazione: è preso da una follia irrefrenabile e taglia tutti gli alberi che vede). Persone perbene non ne mancano, invece, per fortuna e il cane viene raccolto, sfamato, dissetato e rifocillato. Non ha il microchip, è come se voi non aveste i documenti di identità. Che cosa fa un agente di polizia, se vi ferma? Vi porta in commissariato, perché quello che dite non è certo. Comincia perciò la difficile ricerca di un eventuale proprietario. Che dura un’intera giornata. Inutile dirvi che chi ha trovato il canetto è sconfortato: quanti simil-chihuahua si trovano abbandonati, senza microchip e senza che poi nessuno ne rivendichi la proprietà? Un milione. Il cane “da borsa”, orrenda definizione nata per sberleffo e presa sul serio da gente senza cultura, che immagina che prendere un cane sia una tale jattura che è meglio che quel cane possa nasconderlo in una borsa alla prima occasione, per non avere neanche il fastidio del guinzaglio.

Bene, neanche il “cane da borsa”, alla fine, viene tenuto dai tanti che oggi prendono un cane senza pensare minimamente a quello che comporta. Pensate che la differenza sia nel peso? I cani pure, come le patate, si vendono a peso, nella vostra immaginazione, domando sempre io quando mi pongono dei quesiti. Anche lo scricciolo che pesa meno di un gatto, comunque, finisce per strada. E non perché pesa poco, ma perché anche lui, come quello di 60 chili, sporca, mangia, rosicchia, morde o mordicchia. Ma perché sti’ cani non li fanno di peluche? A chi pensa così, a questo punto della lettura, consiglio vivamente di preferire un  negozio di giocattoli. Visivamente soddisfa uguale, per aspetto ce ne sono di fedelissimi a quelli vivi. Costano sicuramente meno. E non si fa fatica. No, davvero. E qui facciamo punto e accapo. 

Torniamo al canetto perduto. Sui social cominciano frenetici taggamenti, condivisioni, chattamenti vari e alla fine il proprietario si fa vivo. Fa sapere che abita a quattro chilometri da dove il piccoletto è stato ritrovato. Come ci sarà arrivato, senza finire sotto una macchina e così piccolo percorrendo tutti quei chilometri? 

Si fanno delle ragioni. Se ne fanno sempre. Si può credergli oppure no.

“E’ il mio cane!”. Eh sì, è una parola. Lo dice lei. Il suo nome registrato all’Anagrafe canina regionale non c’è, caro signore. Nel frattempo il piccoletto è stato portato alla Asl veterinaria, che oltre a medicare i randagi feriti, deve occuparsi per legge della ri-attribuzione dei perduti. Con pagamento di multa e apposizione del chip. Che, anche quello, è obbligatorio per legge.. ma neppure i veterinari privati, che sicuramente visitano questi cani sprovvisti di identità, impongono quella che è una legge dello Stato. Andrebbero perseguiti. Ma nessuno lo fa. Le storie cominciano e finiscono, noi impegniamo tanto fiato nelle spiegazioni, nelle indicazioni, nei consigli. Ma pochi li seguono. E così tra qualche giorno saremo punto e accapo e una nuova storia di cane perduto chiederà direttive per essere risolta. Molti, quando ritrovano, non restituiscono: “Il cane non era stato nemmeno dichiarato. E’ stato perso. Non si capisce come. Non se lo meritano”. A parte che la legge dice che bisogna aspettare 60 giorni prima di dare il cane a un’altra persona, se non ha microchip. Ma è anche vero che in questo nostro scellerato paese un cane in un canile rischia di morire. E dove dovrebbe aspettare l’arrivo del vecchio o del nuovo proprietario? E chi è disposto a prendere un cane che poi sa che dovrà cedere nuovamente?

Perciò molti animalisti, siccome tutto era sospeso in aria, senza il microchip, si affrettano a metterne un altro da un veterinario privato e il gioco è fatto. Il cane trova una nuova famiglia. Ma se quella vecchia non si dà pace, e può rivendicare la proprietà con foto e altro, allora sono guai. Sempre se si trova polizia sensibile all’argomento. Perché sennò abbiamo tutti altro da fare. Regole da rivedere.. quante ce ne sono! Comunque il cane va restituito. Semmai vanno duramente redarguiti i proprietari, per così dire, “distratti”. E la multa per chi non mette il microchip è prevista ed è salata. Perciò vanno sempre chiamate le autorità preposte. Noi non siamo Dio. E quello che non spetta a noi non dovremmo MAI farlo.

Ma poi, che cosa diciamo a chi ha perso un cane da una parte all’altra della città? Io sono sempre molto severa. Cerco di andare alle radici del male. Perché avete preso un cane? Avevate le condizioni per poterlo tenere senza sforzo? Siete preparati al fatto che deve uscire più volte al giorno e non solo mattina e sera e che la traversina è meglio che la buttate proprio via? Sapete che deve mangiare secondo una dieta e possibilmente casalinga, e non che bisogna limitarsi a scodellargli un pugno di croccantini e via? Le vaccinazioni? I controlli? Quello che costano? La toelettatura (non le unghie e la tintura, il lavaggio, che è necessario, il resto, quello su cui oggi tanti speculano a danno di fessi col portafogli in mano,  fatelo a voi stessi non al cane!). Insomma sapete che quando andrete in vacanza non potete abbandonarlo in una pensione, perché è comunque esposto a rischi, a meno che non si tratti di un posto confessato e comunicato e comunque non fa bene al cane cambiare abitudini? Tutto questo e molto altro è un cane. Tra il molto altro c’è il piacere di stare a contatto con un essere unico per dedizione a voi e per intelligenza. Ma pensate prima a quello che comporta per voi, per la vostra vita, per le vostre abitudini. E lasciate stare, responsabilmente, perché quel cane che avete scelto, se non potete dedicarvi, starà molto meglio altrove. Piuttosto che finire, una mattina fredda, da una parte all’altra di una città poco ragionevole, in cerca di qualcuno che era già manchevole nei suoi confronti e che speriamo – speriamo, ma possiamo dire di esserne certi? – non lo sarà più. 

 

 

 

 

Stella Cervasio

Educatore cinofilo, esperta diritti animali.

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