Un monologo per raccontare la violenza sulla donne. Il 12 maggio, Roberta Misticone, all'Ethnos Club, interpreta "Ma l'amore no".

Roberta MisticoneÈ un monologo che racchiude tante voci ma racconta lo stesso dramma: la violenza che trasforma l’amore in storie dell’orrore. Ma l’attrice napoletana Roberta Misticone, autrice e interprete dello spettacolo Ma l’amore no, in programma per domenica 12 maggio alle 19 al teatro Ethnos Club di Torre del Greco diretto da Gigi Di Luca, ha scelto di ispirarsi a fatti di cronaca per rappresentare quattro donne violate nella dignità e negli affetti, intrecciando la tragedia all’ironia – quella più amara e pungente. Tra le storie, c’è anche lo stupro, avvenuto a San Giorgio a Cremano, qualche mese fa, in un ascensore della Circumvesuviana.

“Ho scritto il monologo in occasione della festa dell’8 marzo”, spiega Roberta Misticone. “Ma proprio nei giorni in cui il testo ha iniziato a prendere forma nella mia testa, la giovane di San Giorgio a Cremano ha denunciato di aver subito la violenza sessuale. Non potevo ignorare quella sofferenza che si è consumata in casa nostra. Per questo ho deciso di inserire anche la sua storia”.

Sono quattro le donne che interpreta?

“Certo, tra queste c’è anche Valentina Pitzalis, la donna sarda rimasta sfigurata durante un tentativo di incendio che sarebbe stato appiccato dal suo ex compagno. Ma ogni protagonista è diversa dall’altra. Sia nelle sfumature che nei particolari, nessuna è uguale all’altra”.

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Al di là dei singoli personaggi, in questo testo, c’è qualcosa che unisce tutte le donne?

“La povertà umana e morale della società e l’uso spregevole che, di queste storie, troppo spesso, ne fanno i media”.

Lo spettacolo “Ma l’amore no” di Roberta Misticone, con musiche di Antonio Della Ragione, si tiene all’Ethnos Club di Torre del Greco domenica 12 maggio alle 19. Prenotazione obbligatoria. Info 0818823978 – 3273168292 (anche whatsapp) [email protected].

Mariella Romano

Giornalista freelance, ho imparato il mestiere di cronista consumando le suola delle scarpe. Non canto storie, scrivo ciò che vedo e racconto l’umanità che incontro. Non sopporto i numeri. Non so fare equazioni e conti e, in un mondo di variabili, alla ragione preferisco il cuore. Mi piace, assai, la terra in cui vivo.

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