"Portatemi in una casa famiglia". L'inferno di Gloria che, a quindici anni, chiede al giudice di essere allontanata dalla mamma.

Ha quindici anni, i lineamenti di una bambolina e le movenze di una donna segnata dal dolore. Ho deciso di chiamarla Gloria perché la sua età non mi consente di rivelarne l’identità. Ma le ho attribuito questo nome rifacendomi alla tradizione cristiana che con il “Gloria” annuncia la resurrezione del Cristo, la rinascita a nuova vita.

Ho incontrato Gloria, in un afoso pomeriggio di agosto, in una casa protetta, tra quattro mura che trasudavano umidità e accoglienza. Ci è arrivata, con il jeans e la maglietta che aveva addosso, accompagnata dai carabinieri che l’hanno raccolta per strada una notte di qualche settimana fa. Era affamata, disidratata per il troppo caldo, angosciata. Ai militari che l’hanno trovata sulle scale di una chiesa, ha detto: “Portatemi in una casa famiglia. Da mamma non voglio tornare più”.

Gloria, perché?

“Era un inferno”.

Non andate d’accordo tu e mamma?

“Non ha tempo e non ha voglia di occuparsi di me”.

Tra genitori e figli capitano spesso litigi e screzi soprattutto durante l’adolescenza, ma non significa che mamma e papà non ti vogliano bene..

“Papà lo conosco a malapena. Mamma me ne ha sempre parlato come un mostro e per anni ho avuto paura di lui. Un mese fa sono stata io a chiedergli di incontralo. Lui non voleva, aveva paura delle conseguenze perché ha il divieto di avvicinarsi a me. Alla fine ci siamo abbracciati, ci siamo parlati. Mi ha spiegato tante cose e ho capito che mi sono state raccontate solo menzogne e calunnie. Le stesse calunnie che ci hanno allontanato”.

Hai chiesto spiegazioni a mamma?

“Non serve”.

Perché dici così?

“Adesso mamma ha un nuovo compagno”.

Sei gelosa?

“Viviamo in una casa piccola, in tre si sta molto stretti. Tu mi capisci che cosa voglio dire?”.

Ti dispiace essere più chiara?

“Mi fanno dormire a terra perché non c’è spazio per tutti. Lui sta di là, sul letto grande con mamma e io di qua. Pensano che sia cretina. Credono che io non veda e non senta. Ma come si fa? Ci separa una tenda e.. parlano a voce alta senza farsi problemi. Vedo e sento tutto. Mi riesce difficile dormire e ho perso anche un anno a scuola per le troppe assenze perché la mattina non riesco a svegliarmi. Mi devo arrangiare su tutto. Anche se ho fame me la devo sbrigare da sola e non sempre ho i soldi in tasca. E poi..”.

E poi?

“Lui mi dice tante cose che non mi piacciono, mi guarda in un modo.. cammina nudo per casa..”.

Gloria, chiederai ai giudici di andare a vivere con papà?

“Non posso. Mio padre ha il divieto di avvicinarsi a me, mentre l’altro può fare il comodo che gli pare..”.

Quando ti hanno trovato i carabinieri, eri scappata da casa?

“No, aspettavo che mamma e quello lì si decidessero ad aprire la porta. Erano dentro e facevano finta di non sentire”.

E tu eri fuori all’una di notte? A fare cosa?

“Li aspettavo. Non mi lasciano da sola casa e non mi danno le chiavi per ritirarmi quando voglio. Mi avevano detto che volevano andare a fare una passeggiata. Così io sono uscita e loro pure. Quando sono rientrata ho bussato alla porta ma loro hanno continuato a giocare e fare tutte quelle cose.. E io stavo là fuori a fingere di non sentire, di non sapere”.

Gloria, tu hai chiesto di andare a vivere in una casa famiglia. Ma sai che cosa significa?

“Non lo so, ma penso sia meglio che vivere nel mio inferno”.

Mariella Romano

Giornalista freelance, ho imparato il mestiere di cronista consumando le suola delle scarpe. Non canto storie, scrivo ciò che vedo e racconto l’umanità che incontro. Non sopporto i numeri. Non so fare equazioni e conti e, in un mondo di variabili, alla ragione preferisco il cuore. Mi piace, assai, la terra in cui vivo.

Articoli Correlati

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Contenuto Protetto