L’ultimo abbraccio a Giovanni Guarino, il diciottenne ucciso per uno sguardo non gradito – Video
Torre del Greco, il rito funebre celebrato dall’arcivescovo don Mimmo Battaglia
È il dolore di una città intera quello che si avverte nella Basilica Pontificia di Santa Croce, a Torre del Greco, dove migliaia di persone sono arrivate, sabato 16 aprile, per dare l’ultimo abbraccio a Giovanni Guarino il ragazzo diciottenne accoltellato la sera del 10 aprile, nei pressi di un luna park, per aver cercato di aiutare un amico colpito a sua volta da due minorenni di Torre Annunziata. Per stringersi alla mamma Marianna, al papà Antonio e alla sorella Rosa, è arrivato da Napoli anche l’arcivescovo don Mimmo Battaglia che, affiancato dal parroco don Giosuè Lombardo, dal decano don Salvatore Accardo, dal referente di Libera di Torre Annunziata, don Ciro Cozzolino, e da diversi sacerdoti del clero torrese, ha celebrato il rito funebre durante il quale ha letto una lunga lettera indirizzata a Giovanni.
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“Perdonaci”, ha detto don Mimmo Battaglia, “perché se fossimo stati più attenti, se avessimo messo in piedi un sistema di vita contro il sistema di morte della camorra forse saresti ancora qui. Adoperatevi per fermare i dolori atroci dei genitori che non vedono tornare a casa i loro figli. Ognuno deve sentire il tuo appello come rivolto a sé. Il presente e il futuro della nostra città dipendono da tutti. So bene, caro fratello mio, che il tuo appello è rivolto ai tanti ragazzi presenti qui. Loro sono molto arrabbiati per la tua morte ingiusta, sono indignati. Ma oggi dal cielo tu ci dici che occorre trasformare la rabbia in energia di vita. A voi ragazzi a voi amici di Giovanni dico: questo dolore non sia invano. Vi prego scegliete il bene”.
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E rivolgendosi alla mamma di Giovanni, don Mimo Battaglia ha aggiunto: “Marianna permettimi di darti del tu. Nel dolore non ci sono distanze. Io non sono Gesù non posso restituirti tuo figlio. Il dolore è solo tuo, del padre e della sorella. Giovanni prega perché i tuoi amici non rinuncino mai alla vita. I tuoi sogni siano i nostri sogni, i tuoi occhi siano i nostri occhi. Il tuo cuore continua a suggerirci che la vita va vissuta sempre con dignità e coraggio”.
Un’omelia che è stata interrotta più volte dagli applausi della folla che oltre alla Basilica ha gremito l’intera piazza.
“I raggi della tua stella”, ha concluso don Mimmo, “giungano pure al cuore dei tuoi aguzzini e li convertano, penetrino nell’animo dei tanti camorristi e malavitosi che sono nelle nostre città e ai figli danno solo due possibilità il carcere o la morte. Ciao Giovanni”.
Amici e familiari, hanno poi salutato Giovanni, liberando colombe bianche, lanciando palloncini e sparando fuochi d’artificio.