La storia di Giuseppe, parla con lo sguardo e dice: “Amo Gesù, voglio diventare sacerdote”

Torre del Greco, il giovane affetto da una grave malattia neurologica ha scritto anche a papa Francesco

giuseppe-visciano-sacerdote-torre-del-greco-mariella-romano-cronacaGiuseppe Visciano ha trent’anni, una rara malattia neurologica che lo ha reso tetraplegico e un solo desiderio: diventare sacerdote. Un sogno difficile da realizzare per il giovane di Torre del Greco che fin dall’infanzia deve fare i conti con la Leucodistrofia, una gravissima patologia che gli impedisce di parlare e muoversi. Come lui, anche il fratello Andrea, più piccolo di dodici anni, è costretto a convivere con questo scherzo della genetica. Entrambi parlano con gli occhi e, da qualche tempo, dialogano utilizzando un comunicatore elettronico.

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Giuseppe Visciano da piccolo

Ma Giuseppe non sembra spaventato dagli ostacoli che potrebbe incontrare sulla strada verso il sacerdozio. Anzi, per ottenere il consenso all’ordinazione, ha scritto anche una lettera a papa Francesco dimostrando che se il corpo è segnato dalla sofferenza, non è così per la ragione.

“La mia vocazione verso il sacramento sacerdotale”, scrive Giuseppe al Santo Padre, “è un desiderio concreto che purtroppo si scontra con la mia malattia. Ancora una volta ostacola tutti i miei sogni e desideri. (…) Ho scelto di amare Gesù come sento che Lui ama me, voglio testimoniare al mondo la Sua presenza viva nella nostra vita. (…) Santità, sono consapevole che la mia condizione umana non mi permetterà di svolgere appieno il ministero sacerdotale, ma confido nella sua immensa umanità, mi appello alla sua infinita comprensione, con la consapevolezza che nulla è impossibile a Dio”.

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Il giorno in cui Giuseppe ha ricevuto il sacramento del Lettorato

Un desiderio grandissimo che l’arcivescovo Crescenzio Sepe, informato da monsignore Salvatore Ardesini, ha potuto assecondare solo in parte. Prima di andare in pensione, infatti, durante la giornata dei disabili che si è celebrata a Napoli lo scorso 29 novembre, cardinal Sepe ha impartito a Giuseppe Visciano il Lettorato, primissimo scalino per arrivare al sacerdozio. Una gioia incontenibile per il giovane che si è formato all’altare di san Vincenzo Romano, nella Basilica Pontificia di Santa Croce, seguito da don Giosuè Lombardo e don Antonio Germano.

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Colomba Aurilia, la vicaria del Liceo Classico De Bottis che assiste e segue Giuseppe nel cammino spirituale

“Ci conosciamo da tanto tempo”, racconta Colomba Aurilia, amica di Giuseppe e della famiglia Visciano, nonché vicaria del liceo classico De Bottis, la scuola che l’aspirante sacerdote ha frequentato fino a 6 anni fa. “Non l’ho mai visto commiserarsi. Anzi, è sempre stato felice di partecipare a tutte le attività proposte dalla scuola. Ai suoi coetanei chiedeva soltanto amicizia e i compagni di classe erano lieti di stare con lui e spesso andavano insieme in pizzeria.  Giuseppe”, aggiunge Colomba Aurilia, “da diversi anni manifesta una profonda spiritualità e il desiderio prorompente di diventare sacerdote. È una cosa meravigliosa anche se siamo tutti consapevoli della difficoltà e dell’impossibilità dovuta alla sua condizione. Ma io ho potuto constatare che non è un capriccio del momento, anzi per lui sta diventando una questione di vita. Trascorre molto del suo tempo in preghiera: la sua felicità più grande è partecipare la domenica alla messa, cosa che facciamo sempre insieme, per cui sono testimone del suo trasporto soprattutto al momento della consacrazione”.

Mariella Romano

Giornalista freelance, ho imparato il mestiere di cronista consumando le suola delle scarpe. Non canto storie, scrivo ciò che vedo e racconto l’umanità che incontro. Non sopporto i numeri. Non so fare equazioni e conti e, in un mondo di variabili, alla ragione preferisco il cuore. Mi piace, assai, la terra in cui vivo.

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