Stop a messe, matrimoni e funerali. La lettera di don Giosuè Lombardo ai torresi

Torre del Greco: “Nel chiudere le porte della Basilica ho provato un dolore simile a quando ho dato l’ultimo saluto ai miei genitori”.

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don Giosuè Lombardo – foto Antonio Del Gatto

Da oggi, 9 marzo, stop a messe, matrimoni e funerali. Lo ha deciso il cardinale Crescenzio Sepe per tentare di limitare il rischio di contagio da Covid19. Di seguito, la lettera di don Giosuè Lombardo, parroco della Basilica pontificia di Santa Croce a Torre del Greco

Carissimi parrocchiani;

questa sera prima di chiudere le porte della Basilica con don Antonio e i giovani abbiamo predisposto dei banchi, alla dovuta distanza, alla cappella dell’Immacolata e del Santissimo Sacramento, perché da domani c’è spazio solo per la preghiera personale. È il tempo per la preghiera adulta, responsabile, fervorosa. È il tempo e lo spazio affidato ad ognuno di noi. Vi confido che nel chiudere le porte della Basilica , ho provato un dolore simile a quando ho dato l’ultimo saluto ai miei genitori. Tanti pensieri, un miscuglio di emozioni, tanti interrogativi mi hanno accompagnato e mi accompagnano in questo tempo di prova. In questi pensieri ed interrogativi ci siete tutti voi, il nostro cammino di Fede, i nostri ragazzi i nostri giovani, gli anziani che in Basilica e nell’Eucaristia quotidiana trovano la forza per andare avanti. Ora la forza ci verrà dall’adorazione, dal rosario, dalla lettura del Vangelo, dal raccoglimento che troveremo sotto le volte della nostra Basilica e speriamo che potremo farlo ancora a lungo…. “La messa è il tesoro infinito della vita cristiana” amava ripetere San Vincenzo Romano. Siccome la fede ci dice che è così, nei prossimi giorni sperimenteremo la più grande delle povertà, ma da questo digiuno nascerà una nuova fame: fame di Dio e del suo Regno. Nella messa che concelebrerò, tutti i giorni, con don Antonio, ci sarete tutti voi con le vostre attese e speranze.

don-giosuè-lombardo-torre-del-greco-mariella-romano-cronaca-e-dintorniVi allego la preghiera che ho già condiviso sulle pagine social della Basilica e dell’Oratorio, facciamola nostra per dare senso, orientamento, contenuto e speranza ai giorni che ci sono dinanzi. “Giorni lunghi e amari men tre il seme muore…” come cantiamo… Soffriamo ed offriamo con Maria

Buon Cammino verso la Pasqua di Risurrezione, unito a don Antonio, vi benedico.
Il vostro parroco don Giosuè

Preghiera di P. Curtaz

Così, Maestro non celebreremo più la Cena nelle nostre comunità, l’Eucarestia che nutre il nostro cammino, e non sappiamo fino a quando. Siamo smarriti e confusi, attoniti e perplessi. Ma, responsabilmente, ci atteniamo a quanto ci viene chiesto per fermare il contagio e salvare i deboli, come tu ci hai insegnato. Che questo digiuno più duro di ogni digiuno, ci converta nel profondo, ci aiuti a ritrovare la fede dei martiri, l’ardore degli innamorati, ci unisca alla comunità perseguitate a quante non possono celebrare per mancanza di preti, ci apra la mente e il cuore per capire quale dono abbiamo fra le mani, quale sorgente inesauribile custodiamo troppo spesso con colpevole indifferenza. Sia, questo tempo di digiuno, desiderio, fiamma che si ravviva, attesa della Pasqua. Grazie, Signore per questo inatteso ed esigente segno. Rendici capaci.

Mariella Romano

Giornalista freelance, ho imparato il mestiere di cronista consumando le suola delle scarpe. Non canto storie, scrivo ciò che vedo e racconto l’umanità che incontro. Non sopporto i numeri. Non so fare equazioni e conti e, in un mondo di variabili, alla ragione preferisco il cuore. Mi piace, assai, la terra in cui vivo.

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1 Comment

  • Sei una persona vera e sincera Mariella Romano

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