Soccorsi in ritardo per Antonio Ventimiglia: “E’ rimasto a terra 25 minuti”.

Torre del Greco. L’accusa dell’assessore Arvonio: “Ci sentivamo impotenti”

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Antonio Ventimiglia con la moglie

Allo strazio per la morte di Antonio Ventimiglia, si aggiungono le polemiche sui soccorsi. Le tante persone presenti in via Salvator Noto, lungo dell’incidente in cui giovedì 2 gennaio ha perso la vita il papà dell’assessore ai Lavori Pubblici, Novella Ventimiglia, raccontano di aver atteso l’ambulanza per un tempo lunghissimo. Tra questi anche l’assessore alla polizia municipale, Raffaele Arvonio, testimone dell’accaduto.

“Ero a pochi metri”, racconta Arvonio, “sono ancora molto scosso. Mentre gli altri chiamavano l’ambulanza io ho allertato la polizia municipale e il comandate Salvatore Visone, sollecitando un intervento tempestivo”.

E poi, che cosa è accaduto?

“Ho ancora l’amaro in bocca: perché un uomo in codice rosso, residente a Torre del Greco, una città nella quale ha sede tra l’altro la direzione dell’Asl Napoli 3 Sud, ha dovuto attendere venticinque minuti per essere soccorso da un’ambulanza che è arrivata da Portici“.

Un’eternità..

“Un tempo infinito. Eravamo tutti lì e ci sentivamo impotenti. Una scena che non dimenticherò facilmente. Avrei voluto fare qualcosa per aiutare il signor Antonio, ma non potevamo muoverlo perché aveva il bacino rotto e perdeva sangue, tanto sangue dalla testa. E avrei voluto trovare le parole giuste per confortare la figlia Novella che è arrivata pochi minuti dopo. Anche lei, impotente come noi tutti, è rimasta accanto al padre senza poter fare altro che tenergli la mano. Venticinque minuti“, aggiunge Raffaele Arvonio, “sono davvero troppi per un codice rosso“.

Assessore, venerdì 3 dicembre intorno alle 17,30 c’è stato un altro incidente in via Circumvallazione a Torre del Greco. C’è un’emergenza sicurezza sulle strade?

“Questi episodi devono farci riflettere su quanto ci sia ancora da fare in materia di sensibilizzazione e prevenzione: nelle prossime settimane provvederemo all’avvio di una campagna di sensibilizzazione nelle scuole del territorio per informare i giovani sui rischi dell’abuso di sostanze psicotrope e sulla sicurezza stradale”.

I cittadini, intanto, non si sentono tutelati.

“Servono pene esemplari: chi è responsabile di omicidio stradale deve pagare fino in fondo e la pena deve servire da monito per coloro che mettono quotidianamente a repentaglio la propria vita e quella degli altri”.

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Mariella Romano

Giornalista freelance, ho imparato il mestiere di cronista consumando le suola delle scarpe. Non canto storie, scrivo ciò che vedo e racconto l’umanità che incontro. Non sopporto i numeri. Non so fare equazioni e conti e, in un mondo di variabili, alla ragione preferisco il cuore. Mi piace, assai, la terra in cui vivo.

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