Si allarga l’inchiesta che ha portato all’arresto di un sacerdote del don Orione
Indagato per false dichiarazioni anche il direttore provinciale
Si allarga l’inchiesta che il 20 dicembre scorso ha portato all’arresto per violenza sessuale continuata su un disabile di padre Roberto Gerolamo Filippini, ex vicedirettore del Centro don Orione di Ercolano. La Procura di Napoli ha, infatti, iscritto nel registro degli indagati per false dichiarazioni rese al pubblico ministero, il direttore della provincia religiosa Madre della Divina Provvidenza. Si tratta di un superiore della Congregazione di cui fa parte don Filippini: ricopre ruoli apicali, vive a Roma e per il momento non sono state rese note le generalità. Il religioso, ascoltato dal pm Giuseppe Tittaferrante subito dopo l’arresto di padre Roberto, aveva assicurato che il suo trasferimento nel 2017, da Ercolano a Mestre, era maturato nell’ambito di un normale avvicendamento. Ma il pm potrebbe non avergli creduto. Da qui potrebbe essere scaturita la decisione di indagarlo: interrogato di nuovo martedì 11 febbraio alla presenza del suo avvocato, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Intanto, il disabile che racconta di avere avuto rapporti sessuali con don Roberto Gerolamo Filippini, assistito da un legale di fiducia, ha confermato le accuse nel corso dell’incidente probatorio aggiungendo nuovi particolari e coinvolgendo un’altra persona. Una verità in cerca di riscontri, sulla quale si stanno adesso incentrando le indagini dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone.
E mentre don Roberto Filippini, in carcere a Poggioreale da quasi due mesi, continua a professarsi innocente e del tutto estraneo alle accuse, il giudice, dopo l’incidente probatorio ha disposto la perizia psichiatrica per il disabile che è affetto da un ritardo mentale. Un passaggio fondamentale per accertare la lucidità e l’attendibilità del racconto reso dall’uomo.
“Don Roberto è innocente e lo dimostreremo”, dice subito l’avvocato Mario Acquarulo che assiste con la collega Licia Gianfaldone del Foro di Milano, il sacerdote. “Le indagini sono ancora in corso e chiariranno tutti gli aspetti della vicenda. Padre Roberto, che è molto provato ma assolutamente sereno per non aver commesso ciò di cui lo si accusa, ha potuto assistere all’incidente probatorio senza mai incontrare il disabile. Ad ogni affermazione ha continuato a ripetere: è assurdo, è assurdo. Adesso attendiamo con fiducia l’esito della perizia psichiatrica chiesta dal giudice ben sapendo che in carcere hanno rinchiuso un uomo innocente“.
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