Natale senza luminarie: l’incapacità di amministrare una città diventa beneficenza a pioggia

Errore nell’affidamento della gara, saltano gli addobbi luminosi e il Comune decide di regalare contributi ai poveri. Intanto i commercianti pagheranno una tassa sui buoni-spesa

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Le luminarie del 2019

Sarà un Natale al buio, senza luminarie, per i torresi. L’incapacità di amministrare, programmare e spendere i soldi con criterio, ha costretto uno dei pochi Comuni economicamente virtuosi della Campania, a rinunciare agli addobbi luminosi natalizi e a mascherare l’errore con la beneficenza. Infatti, i 270mila euro stanziati per abbellire le strade della città sono stati destinati alle famiglie con Isee fino a 12mila euro: chi ne farà richiesta riceverà buoni spesa. Una decisione che fa, così, passare il messaggio della solidarietà e non quello del rassegnato decadentismo al quale ci siamo ormai abituati.

E non solo: di questa “beneficenza” viene fuori un altro aspetto. I commercianti che accetteranno i buoni spesa dovranno rinunciare “almeno  al 5 per cento” del loro guadagno: a titolo di rimborso, i soldi finiranno nelle casse di una cooperativa sociale alla quale il Comune ha deciso di affidare la gestione dei contributi. Tutto lecito, per carità, ma era necessario far pagare un altro obolo ai commercianti già vessati da epidemia e tasse?   

Da queste domande destinate a rimanere senza risposte concrete, nasce una considerazione: è frustrante vivere a Torre del Greco. È frustrante e anche avvilente. Non è certo una scoperta recente, ma dopo anni di tolleranza e vana speranza, adesso la misura è colma.

È di poche settimane fa una notizia che dimostra l’approssimazione con cui vengono gestite le Politiche Sociali: il Comune di Torre del Greco, infatti, non è stato in grado di presentare il Piano Sociale di zona del 2020 promosso dalla Regione Campania. Una mancanza che lascerà senza aiuti gli anziani, le persone fragili, le donne sole, i bambini e le fasce deboli della popolazione. Ma a far saltare i nervi, è stata l’ultima mistificazione di un’amministrazione che sembra andare avanti per inerzia. Infatti, in un comunicato stampa di qualche giorno fa, il sindaco Giovanni Palomba ha annunciato con toni trionfalistici che quest’anno, “l’amministrazione ha deciso di incrementare il fondo a favore delle famiglie in difficoltà (..), prevedendo la non accensione delle luminarie in strada, per il periodo natalizio”.

Un “buonismo” da 270mila euro che nasconde un’altra verità e offende l’intelligenza dei torresi. Perché il “non accendere” le luci, per il Comune di Torre del Greco, è stata quasi una scelta obbligata. Infatti, la gara d’appalto per l’affidamento dei lavori ad una ditta specializzata, è andata deserta perché le aziende non avevano i requisiti richiesti. Un “vuoto” che non è stato possibile correggere e colmare per la mancanza dei tempi tecnici necessari a espedire un nuovo bando: segno evidente, ancora una volta, di approssimazione e assenza di programmazione. Così al budget da 600mila euro già stanziato per aiutare i nuclei familiari in difficoltà economica, l’amministrazione ha deciso di destinare anche i soldi delle luminarie. Un gesto senza dubbio nobile, che fa salire il totale della beneficenza a 870mila euro: una cifra che, con gli opportuni distinguo, fa venire in mente i contribuiti a pioggia da Prima Repubblica. Insomma, quando il Comune rischia di perdere i finanziamenti per incapacità gestionale,  i soldi finiscono nel salvadanaio dell’assistenza: manovre da campagna elettorale? 

Un cliché che negli ultimi anni si è ripetuto più e più volte, un po’ in tutti i settori della macchina comunale. Con un risultato quanto meno discutibile.

Nel frattempo resta una sola certezza: quest’anno a Torre del Greco sarà un Natale veramente buio.

Mariella Romano

Giornalista freelance, ho imparato il mestiere di cronista consumando le suola delle scarpe. Non canto storie, scrivo ciò che vedo e racconto l’umanità che incontro. Non sopporto i numeri. Non so fare equazioni e conti e, in un mondo di variabili, alla ragione preferisco il cuore. Mi piace, assai, la terra in cui vivo.

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