La lite con i portatori del carro. Don Giosuè: "Sono pronto a perdonare, ma i pentiti sappiano chiedere scusa".

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Apre al perdono e alla speranza, il parroco della Basilica pontificia di Santa Croce, a Torre del Greco. Non è bastato, infatti, l’atto di riparazione per la profanazione dell’8 dicembre che si è celebrato in parrocchia domenica scorsa alla presenza di migliaia di fedeli, ad abbassare i toni sulla lite che si è consumata tra don Giosuè Lombardo e i portatori del carro. Questa volta al centro della polemica c’è la presunta cacciata dalla chiesa dei pentiti: secondo il racconto di alcuni tra gli uomini che l’8 dicembre hanno  sequestrato il carro, il sacerdote avrebbe addirittura impedito loro l’ingresso in basilica e rifiutato le scuse.

“Non ho respinto i portatori”, si difende don Giosuè: “Mi avevano annunciato il loro arrivo e io li ho aspettati, invano, per tutta la giornata. Voglio bene a tutti e sono pronto ad accogliere chiunque sia pronto a chiedere perdono. Chiunque lo voglia, può anche scrivermi una lettera: sarò ben lieto di convocare tutti per un incontro di preghiera e per un abbraccio. Ma il perdono passa attraverso il sacramento della riconciliazione perché ciò che è stato fatto l’8 dicembre scorso si chiama sacrilegio”.
“Come il Beato nel 1794 dopo la grande eruzione non lasciò da solo il popolo e la città, così noi non lasceremo la parrocchia e la città”, conclude don Giosuè.

Mariella Romano

Giornalista freelance, ho imparato il mestiere di cronista consumando le suola delle scarpe. Non canto storie, scrivo ciò che vedo e racconto l’umanità che incontro. Non sopporto i numeri. Non so fare equazioni e conti e, in un mondo di variabili, alla ragione preferisco il cuore. Mi piace, assai, la terra in cui vivo.

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