L’ira di Matteo Renzi sulla sfiducia al sindaco di Ercolano: “Colpito perché è di Italia Viva”

matteo-renzi-ciro-buonajuto-ercolano-mariella-romano-cronaca-e-dintorniSulla mozione di sfiducia al sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto, presentata giovedì 28 maggio da sette consiglieri del Pd e da sei di Fratelli d’Italia, interviene Matteo Renzi. Il fondatore di Italia Viva, sceglie di affidare il suo pensiero a un lungo post pubblicato sulla sua pagina Facebook.

Questo il testo integrale: “C’è un sindaco bravissimo, a Ercolano. Si chiama Ciro Buonajuto. È un avvocato, ha una quarantina d’anni, ha una grande passione politica ed è in prima fila da sempre contro la camorra, anche per ragioni personali dopo che la criminalità organizzata ha ucciso suo zio quando ancora lui era piccolo. L’ho conosciuto alla Leopolda, straordinario vivaio di persone di qualità. Ho camminato con lui in strade dritte e in sentieri tortuosi. Una sera di qualche anno fa, da sindaco, mi presenta un suo amico che si chiama Raffaele Cantone. Ciro intanto cresce, diventa sindaco, cambia la sua città, investendo in legalità contro la camorra, investendo in cultura contro la rassegnazione. Gli chiedo se vuole venire a Roma ma lui mi dice che prima deve finire il lavoro a Ercolano. E proprio qualche settimana prima della fine della legislatura, il PD di Ercolano decide di firmargli una mozione di sfiducia insieme a Fratelli d’Italia. La sua colpa? Semplice. Ciro va punito perché ha aderito a Italia Viva. Trovo questa storia una storia incredibile, assurda, triste. C’è un sindaco che combatte contro la camorra e lo lasci solo perché crede in Italia Viva? Vorrei che Ciro, la sua famiglia, i suoi collaboratori sentissero l’abbraccio di tutti noi. E più in generale delle persone per bene che pensano che la lotta alla camorra e il giudizio sul buon governo vengano prima del colore politico o dell’adesione a un singolo partito. Forza Ciro, siamo con te!”

Mariella Romano

Giornalista freelance, ho imparato il mestiere di cronista consumando le suola delle scarpe. Non canto storie, scrivo ciò che vedo e racconto l’umanità che incontro. Non sopporto i numeri. Non so fare equazioni e conti e, in un mondo di variabili, alla ragione preferisco il cuore. Mi piace, assai, la terra in cui vivo.

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