Fumogeno danneggia il manto in erba sintetica del Liguori: la Turris chiede i danni al Latina

Il commento

fumogeno-danni-stadio-liguori-mariella-romano-torre-del-greco-cronaca-e-dintorniInaugurato e già danneggiato. L’Amerigo Liguori, nel giorno della riapertura, dopo i lunghi lavori di ristrutturazione, ha già subito l’assalto dei teppisti arrivati a Torre del Greco per sostenere il Latina che domenica 3 novembre ha giocato contro la Turris: la partita si è conclusa con un amaro pareggio (leggi la cronaca). 

Secondo una prima ricostruzione, sono arrivati da Latina in quindici e, per motivi di ordine pubblico, sono entrati al Liguori quando la partita era già cominciata. Ma ancora prima di mettere piede nello stadio avrebbero fatto il primo danno. Forse un tifoso arrivato dal Lazio (e forse con la complicità di altri) avrebbe lanciato dall’esterno, dal settore ospiti, un fumogeno che è finito sul manto in erba sintetica appena rifatto e costato quattrocentocinquanta mila euro. Un atto di vero teppismo che si è ripetuto pochi minuti più tardi, quando un altro fumogeno è stato buttato nell’area di gioco, questa volta dall’interno, e a quanto pare sempre dagli spalti della tifoseria avversaria. Per limitare i danni, è stato necessario l’intervento dei pompieri.

Una vergogna di cui qualcuno dovrà rispondere: di sicuro la società Turris chiederà i danni alla squadra avversaria. Intanto, però, ci piacerebbe capire come è stato possibile che pseudo tifosi siano riusciti a introdurre nello stadio almeno un fumogeno, considerando che ai tifosi corallini è stato consentito, nonostante la pioggia torrenziale, per motivi di sicurezza, l’uso di ombrelli piccoli (e ridicoli per le condizioni atmosferiche) impedendo a chiunque di entrare con gli ombrelli grandi in un settore come quello dei Distinti sprovvisto di qualsiasi copertura. 

Mariella Romano

Giornalista freelance, ho imparato il mestiere di cronista consumando le suola delle scarpe. Non canto storie, scrivo ciò che vedo e racconto l’umanità che incontro. Non sopporto i numeri. Non so fare equazioni e conti e, in un mondo di variabili, alla ragione preferisco il cuore. Mi piace, assai, la terra in cui vivo.

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