Caccia all’untore su WhatsApp: schedati i nomi di presunti positivi al Covid – Commento

Torre del Greco, denunciati gli autori anonimi della lista discriminatoria

È iniziata la caccia all’untore. È diventato virale un messaggio WhatsApp inviato da sconosciuti sui cellulari di chiunque che, “a titolo informativo per la vostra sicurezza”, fa i nomi e i cognomi di presunti malati Covid rientrati a Torre del Greco dopo aver trascorso un periodo di vacanze in località turistiche italiane. Un elenco dettagliato che fa riferimento alle famiglie di appartenenza e che ha messo alla berlina almeno tredici ragazzi: studenti universitari figli di professionisti e imprenditori, che finendo nel tritacarne mediatico, in queste ore stanno subendo insulti sui social e offese. Una “bravata” che rischia di avere conseguenze pesanti per gli autori anonimi della lista discriminatoria (che sono stati denunciati) e per i giovani che stanno vivendo momenti di stress psicologico.

La vicenda, incresciosa, mi è stata segnalata da un lettore che ha chiesto di conservare l’anonimato e che scrive: “I ragazzi chiamati in causa stanno subendo delle angherie gratuite solo perché in maniera coscienziosa e con senso di responsabilità, per evitare soprattutto di danneggiare le loro famiglie, appena tornati dalle vacanze si sono autodenunciati ed isolati prima di avere i risultati dei tamponi. Hanno vissuto momenti tragici di ansia che non sapevano gestire senza poter avere un abbraccio dai loro cari”.

Una gogna indegna di un Paese civile e democratico alla quale partecipano, più o meno consapevolmente, gli arrabbiati che ringhiano sui social esprimendo giudizi qualunquisti privi di qualsiasi fondamento, puntando l’indice contro le “famiglie-bene” che mandano i propri figli in vacanza all’estero o in località rinomate come Capri e Sardegna. Insulti e commenti da invidia sociale: in Italia, passato il lockdown, nessuna legge vietava di viaggiare e divertirsi. E tornare a casa positivi al Covid non significa necessariamente aver violato i protocolli di prevenzione. 

Non resta che abbassare i toni e fermare le offese: le malattie non sono punizioni e possono colpire chiunque, senza distinzione tra poveri e ricchi.

Mariella Romano

Giornalista freelance, ho imparato il mestiere di cronista consumando le suola delle scarpe. Non canto storie, scrivo ciò che vedo e racconto l’umanità che incontro. Non sopporto i numeri. Non so fare equazioni e conti e, in un mondo di variabili, alla ragione preferisco il cuore. Mi piace, assai, la terra in cui vivo.

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