Violentata a quattro anni. Fermato un uomo grazie alla denuncia dei medici del Santobono. Il racconto del primario: "Immagini da dimenticare".
Quattro anni. Ha quattro anni la bambina di etnia rom arrivata all’ospedale pediatrico Santobono di Napoli la sera del 9 aprile con “chiari segni di violenza sessuale”. Quattro anni, uno scricciolo di donna, contro la quale si sarebbe accanito probabilmente un conoscente: un uomo, indicato proprio dalla bambina, che grazie ai medici, sarebbe stato immediatamente fermato dalle forze dell’ordine e sul quale si starebbero concentrando le indagini della polizia.
La piccola, dolorante e spaventata, è stata accompagnata in pronto soccorso dalla mamma e dalla zia: le due donne hanno subito riferito i sospetti agli specialisti. Di ritorno dal lavoro, infatti, la mamma avrebbe trovato la figlia in lacrime e con “evidenti segni di abuso”. Particolari che hanno spinto i medici ad attivare il protocollo di tutela previsto in questi casi.
Ma la bimba rom sarebbe solo l’ultima vittima di un elenco sempre più lungo. Le statistiche dicono che ogni anno il pronto soccorso del Santobono registra circa 18 episodi di violenza su minori. Il 20-25 per cento coinvolgono la sfera sessuale con vari gradi di severità.
“Ciò che abbiamo visto la sera di martedì 9 aprile mette i brividi”, spiega Vincenzo Tipo, primario del Pronto Soccorso del Santobono. “Ci siamo trovati di fronte una bambina di quattro anni con macroscopici e indescrivibili segni di violenza sessuale. Immagini da dimenticare”.
Un episodio che ha lasciato sconvolti medici, infermieri e il chirurgo che ha subito preso in carica la bambina, curandola e segnalando il caso alle autorità competenti.
“Lavorare in pronto soccorso equivale a stare in trincea. Nonostante ciò”, aggiunge il dottore Vincenzo Tipo, “non riusciamo ad abituarci alla brutalità che ci amareggia e ci sconvolge. Siamo arrabbiati. Per fortuna, l’esperienza e la professionalità dei nostri operatori, ancora una volta, hanno consentito alle forze dell’ordine di intervenire in maniera tempestiva. L’ottimo lavoro di squadra di tutto il personale in servizio martedì sera ha permesso alla polizia e al magistrato di turno che ha coordinato le operazioni, di fermare in tempo reale il presunto colpevole, di alleviare la sofferenza della bambina che è ancora ricoverata in osservazione e di mettere in moto la macchina della giustizia”.