Vandali al cimitero, distrutto il loculo di monsignor Francesco Sannino
Torre del Greco, la denuncia della nipote: “La direzione non ci ha avvisati”
“È stato terribile. Quando sono arrivata al loculo che custodisce i resti mortali di mio zio, monsignor Francesco Sannino, delle sue sorelle e della loro mamma, ho provato dolore e rabbia insieme: il marmo era spaccato e il contenitore di zinco con le ossa di monsignore, era stato aperto e manomesso”.
Giovanna Romano, nipote del sacerdote, docente ed educatore di giovani a cui la città di Torre del Greco ha intestato la rotonda dell’autostrada, è ancora sconvolta per la scena che si è trovata di fronte, sabato 20 giugno, intorno alle 9,30, quando è andata a far visita ai suoi congiunti al cimitero per la prima volta dopo il lungo periodo di lockdown.
“Non mi aspettavo di trovare la tomba in quelle condizioni, con i resti mortali dei miei parenti in vista e lasciati all’intemperia”, aggiunge Giovanna Romano dopo aver presentato denuncia ai carabinieri. “Qualcuno ha distrutto il marmo e grazie all’assenza di un sistema di videosorveglianza, probabilmente non si scoprirà chi è stato. Ma ciò che più mi amareggia, è l’atteggiamento tenuto dai responsabili del cimitero. Nessuno si è preoccupato di avvisarci dell’accaduto: è probabile che il loculo sia stato vandalizzato e lasciato in quello stato chissà da quanto tempo. Quando abbiamo chiesto spiegazioni, il direttore Pasquale Magliacane, senza un minimo di sensibilità, ha sminuito il gesto dicendo che sono cose che capitano e che spesso rubano anche i fiori dalle tombe. Una risposta assurda e inaccettabile. Sono diciannove anni che non apriamo il loculo e per me è stato straziante rivedere l’urna di monsignor Francesco Sannino aperta e manomessa. I responsabili di questa cattiveria, hanno calpestato la dignità dei defunti, offendendone la memoria”.
Immediata la risposta del direttore Pasquale Magliacane che precisa: “Sono stato informato del marmo rotto solo il pomeriggio di venerdì 19 giugno. I familiari di monsignor Sannino sono venuti in direzione la mattina successiva battendomi sul tempo per questo non sono stati avvisati. In ogni caso non credo si sia trattato di un atto vandalico: è probabile che il marmo sia caduto perché non era stato ben chiuso. Anche per questo ipotizzo che le cassette con i resti mortali non siano state manomesse: è consuetudine lasciarle leggermente aperte per favorire il passaggio di aria”.
“Sono anni”, attacca Anita Sala, responsabile di Articolo Uno che ha denunciato l’atto vandalico contro monsignor Sannino, “che si parla della poca trasparenza con cui viene gestito il cimitero di Torre del Greco. Al sindaco Giovanni Palomba chiediamo di procedere ad una totale riorganizzazione anche nel rispetto dei cittadini che sentono particolarmente forte il legame con il loro defunti”.