Vita di Bohème. Il pubblico apprezza la lirica che si intreccia alla narrazione. Successo per coro e solisti Jubilate Deo.
C’è un valore aggiunto in Vita di Bohème su musiche di Giacomo Puccini, messo in scena dal coro Jubilate Deo, al teatro don Orione di Ercolano nell’ultimo weekend di marzo: la narrazione. Anche se per i puristi, può sembrare un sacrilegio, con lo strumento delle parole che interrompono musica e canto per contestualizzare la scena e spiegare alla platea ciò che sta accadendo sul palco, la lirica diventa accessibile ai giovani abituati al linguaggio veloce e scomposto dei social network e agli adulti rimasti ingabbiati nella sacralità di un genere da élite.
Non a caso, Vita di Bohème, per due sere di seguito, ha riempito il teatro emozionando il pubblico e lasciando l’amaro in bocca per l’assenza di una programmazione futura. Lo spettacolo musicale in forma scenica, armonizzato dalla bella regia di Liborio Preite e dalla grande esperienza del maestro Giuseppe Polese che ha diretto il coro e i solisti con la solita bravura, oltre agli appassionati del genere, ha portato in teatro famiglie con bambini e i giovani che si sono lasciati rapire dalle melodie.
“L’obiettivo”, spiega Liborio Preite, “è proprio quello di avvicinare quante più persone al teatro e alla lirica. L’arte è anche una forma di comunicazione sociale: emozionare significa parlare con il cuore a chiunque metta piede in sala e lasciare un segno nello spettatore, giovane o adulto che sia, diventa una priorità”.
Una missione riuscita grazie alla narrazione tra un quadro e l’altro che il maestro Polese ha già sperimentato in alcuni spettacoli natalizi e in concerti di musica napoletana.
“È una formula che piace”, dice Giuseppe Polese, “Per questo abbiamo pensato di allestire Vita di Bohème raccontando la storia e, talvolta, anticipandone i dialoghi”.
Uno spettacolo bello e impegnativo che pullula di giovani talenti ben noti al pubblico di teatri nazionali e internazionali: una risorsa per la cultura di Torre del Greco che dovrebbe essere valorizzata e portata anche nelle scuole del territorio, tra quei ragazzi che, forse, un po’ si vergognano a provare emozioni forti.
Al coro filarmonico e all’ensamble orchestrale degli Jubilate Deo, si sono aggiunti “I fantastici Monelli” del coro di voci bianche diretti dal maestro Giuseppe Polese con l’assistenza di Stefania e Aurora Ragazzon: anche in questo caso, una piacevolissima sorpresa.
Varrebbe la pena citare tutti i cantanti e i musicisti che hanno partecipato allo spettacolo, ma la lista sarebbe lunghissima. Idealmente va a loro un applauso caloroso. Così come meritano complimenti le voci soprane: Martina Sannino, Mariateresa Polese e Chiara Polese nei ruoli di Mimi e di Musetta; il tenore Gianluca Pantaleone (Rodolfo); il baritono Giuseppe Todisco (Marcello), il basso Davide Sabatino (Colline) e Paolo Cutolo (Schaunard).