Sequestrata pista per ciclocross nella Riserva Alto Tirone del Vesuvio: era abusiva

Ercolano, la usavano per allenarsi con le mountain bike la domenica

pista-ciclabile-vesuvio-riserva-ercolano-mariella-romano-cronaca-e-dintorniAvevano trasformato un chilometro e duecento metri di pineta vesuviana in una pista per ciclocross. Forzando in tre punti la rete di protezione della Riserva Alto Tirone di Ercolano, avevano creato un percorso di tre ettari, tracciandolo con essenze arboree e nastro rosso e bianco. L’obiettivo era quello di consentire ai ciclisti della domenica che arrivano da Torre del Greco e da Ercolano, di allenarsi con le mountain bike in uno dei posti più suggestivi – e salubri – del Vesuvio. Un vero schiaffo all’ecosistema e all’ambiente.

pista-ciclabile-vesuvio-riserva-ercolano-mariella-romano-cronaca-e-dintorniMa oggi, 5 maggio, il Nucleo Biodiversità di Trecase, coordinato dal maresciallo Alessandro Longobardi e dal colonnello Michele Capasso, hanno messo fine agli allenamenti abusivi sequestrando l’area nella quale vivono diverse specie di animali protetti come volpi, lepri, donnole, ghiri e moscardini. I responsabili dello scempio non sono ancora stati individuati, ma dovranno rispondere di quattro accuse pesantissime: danneggiamento; disturbo di animali protetti; distruzione e deturpamento di bellezze naturali e modificazione del regime delle acque.

Secondo gli inquirenti, per realizzare il tracciato abusivo i responsabili hanno usato rami e fusti di piante presenti in zona, danneggiando le essenze arboree, disturbando la fauna locale e distruggendo tre ettari di riserva naturale. E non solo: il passaggio continuo di mountain bike ha cancellato lo strato di roccia superficiale che proteggeva il terreno, favorendo la creazione di nuovi solchi nei quali potrebbe incanalarsi l’acqua che, in caso di piogge abbondanti, potrebbe finire direttamente a valle.

 

Mariella Romano

Giornalista freelance, ho imparato il mestiere di cronista consumando le suola delle scarpe. Non canto storie, scrivo ciò che vedo e racconto l’umanità che incontro. Non sopporto i numeri. Non so fare equazioni e conti e, in un mondo di variabili, alla ragione preferisco il cuore. Mi piace, assai, la terra in cui vivo.

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