“Scorre un fiume nelle grotte di Santa Croce”. Ma era una condotta rotta in tre punti. Intervento della Gori con tecnici specializzati.
Per lungo tempo si è pensato che nelle grotte di Santa Croce, a Torre del Greco, scorresse il fiume Dragone. Invece, l’acqua che a dodici metri di profondità scivolava copiosa lungo le pareti di lava creando rivoli e pozzanghere, arrivava da una tubatura rotta di cui mai nessuno si era reso conto. Tre perdite definite occulte dagli ingegneri della Gori che, nel tempo, hanno contribuito a creare anche qualche suggestiva stalattite: sia chiaro, però, che le infiltrazioni mai hanno causato danni di staticità alla Basilica, ai palazzi della zona o alla strada sovrastante.
Che potesse trattarsi di una perdita e non del fiume Dragone come hanno sempre fantasticato i visitatori, lo sapevano anche i responsabili di Percorsi di Lava (Gruppo Archeologico Torrese), che organizzano visite guidate nelle cavità sotterranee della città: un concetto più volte ribadito anche durante la Due Giorni per Torre che si è tenuta in primavera. Una kermesse che si è rivelata decisiva per la risoluzione del problema.
“La svolta”, spiega il presidente di Percorsi di Lava, Enrico Di Maio, “è arrivata proprio mentre le grotte erano aperte al pubblico. Caso ha voluto, infatti, che tra i visitatori ci fosse anche il vicepresidente della Gori, Luigi Mennella: una nostra guida, accompagnando il gruppo di turisti e indicando l’acqua che scendeva dalla parete rocciosa, ha spiegato che si trattava di una perdita smentendo l’ipotesi del fiume Dragone che altri facevano da tempo”.
“Quando ho sentito questa storia”, conferma il vicepresidente della Gori, Luigi Mennella “mi sono allarmato e ho informando subito l’amministratore delegato Giovanni Marati, che ha chiesto l’intervento di tecnici specializzati e operai. Per venirne a capo, è stato necessario monitorare la zona e usare attrezzature sofisticate: gli esperti per seguire il corso dell”acqua e arrivare alle perdite, hanno dovuto perfino captare i rumori. Ci sono voluti cinque mesi per risolvere definitivamente il problema: poiché le perdite erano occulte è stato necessario fare una ricerca certosina su tutta la rete idrica della zona prima di riuscire a intervenire sul danno e completare i lavori. Alla fine però, ci siamo riusciti”.
Gli esperti, dunque, hanno trovato tre falle: le prime due nei dintorni di via Falanga e piazza Santa Croce e l’altra nella zona alta di Torre del Greco.
“Per fortuna”, conclude Luigi Mennella, “l’acqua non ha creato danni di stabilità proprio perché lungo il cammino ha trovato la roccia vulcanica”.