Chiara Pico

Pediatra con la passione per la politica: l’amministrazione omaggia Chiara Pico

Torre del Greco, dedicata alla sua memoria la sala della presidenza del Consiglio

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Chiara Pico con il figlio Alessandro negli anni Cinquanta

A due anni dalla proposta lanciata dal senatore Nello Formisano di rendere omaggio a Chiara Pico, unica donna pediatra di Torre del Greco negli anni Cinquanta, l’amministrazione comunale ha deciso di intitolare alla sua memoria la sala della presidenza del Consiglio. Il provvedimento è stato votato all’unanimità dall’assise consiliare per “consegnare alle giovani generazioni il ricordo di una donna che si è distinta per la singolare dedizione all’attività svolta di medico pediatra, contestualmente alla funzione pubblica espletata”.

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Chiara Pico nelle sue funzioni di medico ad un convegno negli anni Sessanta

Chiara Pico, oltre ad essere stata l’unica donna pediatra del dopo guerra, è stata una antesignana della politica in gonnella: è stata la prima consigliera comunale eletta sul finire degli anni Settanta come indipendente di sinistra.

“Quando ho iniziato a muovere i primi passi in Consiglio comunale” racconta Nello Formisano, “Chiara Pico era già impegnata in politica da tempo. Ricordo questa gentile signora seduta tra gli scranni ad ascoltare con attenzione, a discutere con garbo, a battersi con determinazione per le sorti della città. Ritengo giusto onorare ciò che ha fatto per questa città”.

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Chiara Pico

Donna d’altri tempi, figlia di un giornalista e di una maestra mantovana arrivata a Torre del Greco per insegnare, Chiara Pico è morta il 17 agosto del 1997, a 78 anni, ed è ricordata con affetto dagli adulti ma è del tutto sconosciuta alle nuove generazioni che mai ne hanno sentito parlare. Un oblio poco meritato: Chiara Pico, ragazza madre per scelta, si è battuta per i diritti civili delle donne e per il benessere dei bambini che curava con dedizione e passione.

Lo racconta Alessandro Pico, il suo unico figlio, oggi segretario generale di Federmar-Cisal: “Mia madre, rompendo tutti gli schemi dell’epoca e lasciandosi alle spalle i pregiudizi e le malelingue, ha scelto di portare avanti la gravidanza nonostante non fosse sposata. Una vera rivoluzione per quei tempi visto che stiamo parlando dei primi anni Cinquanta. Io da figlio non ho mai percepito un disagio per quella scelta di cui sono venuto a conoscenza piano piano: di lei mi resta un amore infinito e una dolcezza che non ha eguali”.

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Alessandro Pico
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I nipoti di Chiara Pico: Oscar, Chiara, Fiorenza e Alessandra

Rivoluzionaria anche la scelta di diventare medico e conseguire la specializzazione in Pediatria: “Si è laureata nel 1948 e in Campania c’erano solo cinque donne pediatre, tra cui lei”, . “Il suo studio era sempre pieno di mamme e di bambini: non si è mai risparmiata per assicurare cure e assistenza. Considerava la professione alla stregua di una missione: ho capito dopo la morte quanto fosse stimata e amata”.

Anche per la politica, a Torre del Greco, è stata “prima donna”: “Negli anni Settanta, l’allora segretario del Partito Comunista, Giorgio Napolitano, le chiese di candidarsi in Consiglio comunale. Lei accettò ma decise di farlo come indipendente di sinistra”, aggiunge Alessandro Pico. Negli anni Novanta ha ricevuto il premio Donna dell’Anno e oggi l’amministrazione le dedica la sala della presidenza del Consiglio: “Una iniziativa che mi onora”, conclude il figlio Alessandro, “e mi dà l’occasione di riscoprire attraverso i tanti attestati di stima quanto amore abbia circondato l’esistenza di mia madre e di quanto bene abbia lasciato nelle persone che ha incontrato sul suo cammino”.

L’eredità del pensiero e delle azioni di Chiara Pico, sono adesso nel DNA di chi è venuto dopo di lei: oltre al figlio Alessandro, i quattro nipoti Oscar, Chiara, Fiorenza e Alessandra.

Mariella Romano

Giornalista freelance, ho imparato il mestiere di cronista consumando le suola delle scarpe. Non canto storie, scrivo ciò che vedo e racconto l’umanità che incontro. Non sopporto i numeri. Non so fare equazioni e conti e, in un mondo di variabili, alla ragione preferisco il cuore. Mi piace, assai, la terra in cui vivo.

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