“Non ci sono le condizioni per partire in serenità”. Gli scontri in Cile costringono Tommaso Palo a rinviare l’avventura Atacama.

“A Santiago si sta morendo, la mia è una missione di vita”.

progetto-atacama-mariella-romano-cronaca-e-dintorniLe notizie che arrivano dal Cile, i disordini, gli sconti, i morti, hanno spinto Tommaso Palo a rinviare la partenza programmata per il 27 ottobre per Santiago e l’avventura, a piedi per 400 chilometri, nel deserto di Atacama

“Mi dispiace enormemente scrivere un post del genere ma credo che non ci siano più le condizioni per vivere l’avventura e divertirmi come avrei voluto! Per questo motivo riformulo una nuova data per il progetto #ADAMO.

In Cile si sta morendo e anche se tecnicamente potrei riuscire a volare prima a Santiago e poi a Calama per giungere a San Pedro de Atacama, io non me la sento di essere spensierato in un Paese che sta crollando e dove ogni giorno, a pochi giorni dalla mia partenza si continua a morire in una quasi guerra civile.

Nei primi giorni, a 12000 km di distanza, vedevo gli scontri come frutto di una delle tante manifestazioni di dissenso rispetto al potere politico, ma quando la devastazione di oggetti lascia spazio per far morire persone, tutte le bellissime sensazioni ed emozioni rispetto alla mia avventura vengono meno. Mi domando: Nelle condizioni sociali attuali del Cile qual è ancora il senso del mio viaggio? La mia avventura è legata all’acqua perché legata alla vita non alla morte! La mia avventura cilena #ADAMO deve essere rimandata ad altra data.

Ho lavorato quasi due anni a questo sogno e a questo progetto che mi ha trasformato a sua volta. Un progetto che da oggi andrà solo a ridefinire una data ed eventualmente la modalità di ingresso nel Paese cileno. Questo progetto è diventato una parte importante della mia vita. In quel Paese c’è qualcosa che mi chiama, forse è un motivo ancestrale. Quel Paese lo sento dentro come non avrei mai potuto immaginare; quel deserto dal fascino sconfinato mi ha completamente contaminato”.

Mariella Romano

Giornalista freelance, ho imparato il mestiere di cronista consumando le suola delle scarpe. Non canto storie, scrivo ciò che vedo e racconto l’umanità che incontro. Non sopporto i numeri. Non so fare equazioni e conti e, in un mondo di variabili, alla ragione preferisco il cuore. Mi piace, assai, la terra in cui vivo.

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