I giovani di Scorz si tassano per distribuire nuovi rifugi destinati ai clochard.
Autofinanziamento per la distribuzione delle Scorz’ e associazione no profit per evitare speculazioni. L’enorme successo riscosso dal rifugio temporaneo di cartone, ideato dai cinque amici-volontari del progetto Napoli 2035, ha convinto Giuseppe D’Alessandro, Antonio Altieri, Monica Minelli, Michela Sarnataro e Ilaria Feola a sgomberare il campo da dubbi e malintesi e a pubblicare sulla bacheca Facebook, un messaggio indirizzato ai tanti sostenitori che in queste ore li stanno sommergendo di “complimenti disinteressati: leggerli, uno dopo l’altro ci ha fatto emozionare tantissimo, anche fino alle lacrime”, dicono in coro Giuseppe, Antonio, Monica, Michela e Ilaria.
Perciò i cinque amici di Somma Vesuviana, per assicurare la massima trasparenza all’operazione e tutelare il progetto da “ogni eventuale speculazione”, hanno deciso di “costituire un’associazione no profit”.
“Il pensiero che qualcuno possa lucrare sulle Scorz’ e sui futuri prodotti”, spiegano i cinque volontari, “è una cosa che ci fa rabbrividire. Per questo il marchio, il brevetto e la diffusione del progetto sono e saranno esclusivamente a cura di Napoli 2035” e le informazioni saranno pubblicate sul sito www.napoli2035.it” .
“Contiamo su di voi, sul vostro amore, sul vostro rispetto per il prossimo, sul vostro essere Umani”, concludono Antonio, Giuseppe, Ilaria, Michele e Monica. “Insieme, possiamo cambiare le città”.