Al liceo Nobel va in scena l'opera di Beckett sui rifiuti: "Così prendiamo coscienza del problema".

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Antonio Borriello interpreta Krapp di Samuel Beckett (foto Aliberti-Pomposo)

Sono state due lezioni fuori da ogni schema quelle che il professore, attore e regista, Antonio Borriello, ha tenuto su Samuel Beckett, al liceo scientifico Nobel di Torre del Greco, su invito della dirigente Annunziata Langella, nell’ambito del Progetto Biblioteca e in occasione della giornata mondiale del teatro istituita nel 1960 dall’Unesco e dalle Nazioni Unite. Due incontri, a trent’anni dalla  morte dello scrittore, mirati a coinvolgere gli insegnanti e gli studenti delle quinte classi, e finalizzati a far conoscere la produzione teatrale del drammaturgo irlandese, premio Nobel per la Letteratura nel 1969. Una vera missione per l’esperto Antonio Borriello, punto di riferimento internazionale per gli studiosi dell’opera beckettiana, che in due pomeriggi, ha trasformato la biblioteca del liceo di via Alcide De Gasperi in un laboratorio teatrale, calamitando l’attenzione della platea e coinvolgendo soprattutto i ragazzi in emozionanti performance.

 

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Antonio Borriello

“Un momento di altissima formazione”, spiega Antonio Borriello, “che si è arricchito con la proiezione in anteprima di Breath, che in italiano significa Respiro: un’opera del ’68 in cui Beckett è profetico perché preannuncia che in una manciata di secondi l’umanità rischia di essere sepolta dai rifiuti. Avendo sotto casa in questi giorni una infinita distesa di macerie e di spazzatura, non ho potuto resistere alla tentazione di realizzare ‘Respiro’ utilizzando questa naturale scenografia ma restando scrupolosamente nelle intenzioni di Beckett. Questo allestimento vuole essere un auspicio di rinascita per un territorio, non solo quello di Torre del Greco, martoriato dall’immondizia. Credo fortemente nel vagito catartico di Breath. E poi”, conclude Borriello, “ho chiesto aiuto a Beckett e alla sua opera per prendere coscienza di una condizione, quale quella dei rifiuti, che tocca da vicino Torre del Greco ma in generale il mondo”.

 

Mariella Romano

Giornalista freelance, ho imparato il mestiere di cronista consumando le suola delle scarpe. Non canto storie, scrivo ciò che vedo e racconto l’umanità che incontro. Non sopporto i numeri. Non so fare equazioni e conti e, in un mondo di variabili, alla ragione preferisco il cuore. Mi piace, assai, la terra in cui vivo.

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