“Ho subito minacce per 10 anni poi ho detto basta”. Imprenditore fa arrestare il suo aguzzino e si racconta
Torre del Greco, titolare dei bar e gelaterie dice: “Grazie all’associazione Libera non sono più solo”
“È stata l’esasperazione che mi ha spinto a chiedere aiuto”.
Poco più di un mese fa, l’imprenditore Ulrico Benestare, che tutti chiamano Alessandro, aveva paura a farsi riconoscere. Oggi sembra un altro uomo. Dopo aver fatto arrestare il suo aguzzino, è pronto ad affrontare senza timore la battaglia legale che lo vede parte offesa, insieme con due suoi dipendenti, tutti difesi dall’avvocato Tommaso Ciro Civitella, nel processo che si terrà ad aprile, contro S. G., il giovane pregiudicato che lo ha più volte minacciato e offeso. La svolta è arrivata grazie al sostegno di don Ciro Cozzolino, referente dell’associazione Libera.
“Grazie a Libera e a don Ciro Cozzolino”, dice Ulrico-Alessandro, “ho capito che non sono più solo. Per questo ho deciso di raccontare la mia storia: voglio incoraggiare chi vive ancora nel terrore, subendo minacce e ritorsioni”.
Il dramma per Alessandro, titolare del bar gelateria Paradice che si trova in via Spiaggia del Fronte a Torre del Greco, è iniziato dieci anni fa: “È stato un crescendo di atti persecutori. S. G. si presentava nel mio locale e pretendeva di consumare bevande e cibo senza pagare”.
E non solo. Secondo quanto riportato nelle denunce presentate al commissariato di Torre del Greco anche dai dipendenti, il pregiudicato avrebbe più volte minacciato e importunato lavoratori e clienti.
“Era diventata per tutti noi una vera ossessione”, ribadisce Ulrico-Alessandro Benestare. “Si presentava a qualsiasi ora e pretendeva alcolici o alimenti senza pagare. Talvolta portava anche gli amici, per il quali pretendeva lo stesso trattamento. I miei dipendenti, un uomo e una donna, erano esasperati: provavano a opporre resistenza, ma lui la vinceva sempre. La donna che ha firmato la denuncia con me e con l’altro barista, prima di dimettersi, è stata spintonata e minacciata. Non vivevamo più: tante volte ha preteso denaro dai clienti che per non avere problemi pagavano e non si facevano più vedere”.
Una situazione che, dunque, ha messo a rischio anche l’attività economica: “Tante volte siamo stati costretti ad abbassare la serranda prima dell’orario previsto. A sera, lui arrivava e occupava per ore i tavoli all’esterno. Già questo bastava a incutere paura perché quando provavamo a mandarlo via, spaccava tutto. Siamo arrivati sul punto di vendere l’attività e andarcene: i dipendenti scappavano e i clienti diminuivano. Quante volte ha dato in escandescenza! Ha rotto fioriere, tavolini e vetrine. Noi abbiamo fotografato e abbiamo registrato ogni gesto, ogni atto persecutorio fino a quando abbiamo trovato il coraggio di presentarci in commissariato e raccontare la verità”.
Oggi tutto è cambiato. S. G. è in attesa di giudizio agli arresti domiciliari. Sarà processato ad aprile con giudizio immediato e dovrà difendersi dall’accusa di atti persecutori, estorsione e danneggiamento. Per Alessandro, la sua famiglia e i dipendenti del bar-gelateria Paradice, abbracciati dai volontari di Libera, inizia una nuova stagione.
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Cara Mariella anche io sono di torre del greco e mi piace tantissimo la mia terra purtroppo per colpa di queste persone io come tanti siamo dovuti scappare dalle nostre origini e dai nostri affetti di una vita.