Gli animali non trasmettono né contraggono il nuovo Coronavirus

Il commento di Stella Cervasio

Lo dice il Ministero della Salute al punto 10 del decalogo Nuovo coronavirus – Dieci comportamenti da seguire che trovate sul sito ufficiale del ministero e un po’ dappertutto: gli animali come gatti, cani, conigli, che abbiamo in casa ma anche che sono randagi e che possiamo incontrare per strada, nei rifugi, nei canili e dappertutto, non sono pericolosi per la diffusione del coronavirus che si è manifestato dapprima in Cina.

Dice testuale: “Gli animali da compagnia non diffondono il nuovo coronavirus”. Né possono essere infettati da noi, qualora dovessimo essere ammalati. Quindi lasciateli stare tutti dove si trovano: nelle vostre case, nei giardini, per strada, dovunque si trovino non costituiscono alcun pericolo e quindi non vanno considerati un rischio. Anzi, aggiungo, vanno tutelati dagli spargimenti di cosiddetti disinfettanti che vedremo sicuramente, data la fobia che si è diffusa, diffondere nelle nostre strade.

Se il coronavirus è davvero proveniente da un animale selvatico trattato impropriamente (ossia mangiato o comunque manipolato, o col quale sono venuti a contatto) in Cina, da dove ha avuto origine il CoViD 19 (che sta per Co=corona, Vi=virus e 19 l’anno in cui è cominciata la diffusione), il salto di specie l’ha fatto a Wuhan, in Cina, e ormai è negli umani e ci sarà fino a quando si estinguerà (ma che non è possibile prevedere). Quindi non è interessato agli animali come gatti, cani e altri che di solito abbiamo con noi. Ma, ripeto, anche quelli che non vivono nelle case non corrono alcun rischio e non ne fanno correre a noi. Perciò, raccomandiamo un po’ di buon senso e nessun panico inutile: sarebbe soltanto isteria.  

Stella Cervasio

Educatore cinofilo, esperta diritti animali.

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