Emergenza rifiuti a Torre del Greco. Incombe la scure della Corte dei Conti. Differenziata al di sotto del 35 per cento.
Allo scoccare del terzo mese di amministrazione Palomba, potrebbe arrivare la resa dei conti tra il Comune di Torre del Greco e la Gema, la ditta che si occupa della rimozione dei rifiuti in città. Dopo il lungo periodo di “osservazione e riflessione” durante il quale anche l’assessore all’Igiene Urbana, Pietro De Rosa, ha avuto modo di farsi un’idea del meccanismo che regola il deposito e la raccolta della spazzatura e il funzionamento delle cosiddette isole ecologiche, la svolta potrebbe arrivare la prima settimana di settembre, con la ripresa di tutte le attività comunali e il rientro dalle ferie di dirigenti e avvocati che ormai da tempo stanno seguendo la complicata vicenda legata all’emergenza rifiuti.
A pesare come una spada sul futuro di tutta l’amministrazione, c’è la Corte dei Conti che, di fronte al mancato rispetto della raccolta differenziata, scesa al di sotto del 35%, potrebbe chiedere all’Ente comunale un sostanzioso risarcimento danni. Un particolare che starebbe mettendo in allarme la squadra di governo guidata da Giovanni Palomba che non ha più tempo per tergiversare: adesso l’amministrazione deve decidere in fretta se firmare il contratto con la Gema o tagliare il cordone e cercare un’altra azienda come suggerirebbe l’atto di accusa messo nero su bianco dall’ex commissario straordinario, Giacomo Barbato. Il prefetto, infatti, alla vigilia delle elezioni di giugno ha firmato una relazione durissima contro l’azienda che, a maggio del 2017, durante l’amministrazione di Ciro Borriello, si è aggiudicata un appalto da 50 milioni di euro per cinque anni.
Barbato oltre a puntare l’indice contro il sistema delle isole ecologiche, gli atteggiamenti e le abitudini sbagliate dei torresi che non rispettano le regole per il deposito dei rifiuti, critica anche le inefficienze e le incapacità gestionali della Gema sottolineando che “alle insufficienze strutturali del capitolato si sommano le deficienze proprie dell’impresa affidataria”, aggiungendo che “i germi dell’attuale crisi si rinvengono nelle pieghe del capitolato d’appalto, a partire dal sistema di quelle che impropriamente sono state definite isole ecologiche: un sistema rivelatosi fallimentare”.
E ancora: “Il nuovo piano industriale utilizzato a Torre del Greco appare strutturalmente inidoneo a raggiungere le percentuali di raccolta differenziata in quanto, piuttosto che basarsi sul sistema della raccolta porta-a-porta utilizzato dalla totalità dei Comuni della provincia di Napoli, si basa sul diverso sistema delle batterie di cassonetti e dei centri di prossimità”.
Particolari che vanno ad aggiungersi ad un’altra perplessità espressa dal commissario nella relazione di fine mandato. Spiega Barbato: “Il Consorzio Gema che a maggio del 2017 si aggiudica l’appalto del servizio di gestione del ciclo di rifiuti a Torre del Greco, subentra alla fratelli Balsamo (azienda coinvolta nell’inchiesta che ha portato in carcere Ciro Borriello, ndr), con la quale instaura strettissimi rapporti contrattuali in ordine ad importanti servizi: il recupero e/o smaltimento dei rifiuti differenziati; la trasferenza e il trasporto di quelli indifferenziati; la disponibilità di uffici e servizi per il personale dipendente; il noleggio di 5 Iveco Daily scarrabili comprensivi di 30 cassoni; il contratto di manutenzione per la pesa di proprietà comunale attualmente installata sul sito di traferenza, nonché il contratto di locazione per un’area da adibire a centro di raccolta comunale”.
Legami a doppio intreccio; collaborazioni contrattuali inopportune; inefficienze di servizio e incapacità gestionali che potrebbero avere un peso notevole sull’emergenza di questi mesi e, quindi, sull’affidamento definitivo dell’appalto alla Gema. Un nodo che, però, si scioglierà nella prima settimana di settembre.