Mauro Ascione, presidente della Banca di Credito Popolare

Utili per oltre 8 milioni di euro, intervista al presidente della Banca di Credito Popolare

Torre del Greco, il 24 giugno si vota per il rinnovo delle cariche sociali

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Mauro Ascione, presidente della Banca di Credito Popolare

Mauro Ascione, 56 anni, presidente della Banca di Credito Popolare di Torre del Greco da agosto del 2017, all’ufficio e alla scrivania di rappresentanza preferisce il tavolo della sala riunioni al primo piano di Palazzo Vallelonga. Torrese da generazioni, esponente di una famiglia che lega alla manifattura del corallo la sua prestigiosa storia, snocciola numeri tra un sorso d’acqua e una sigaretta alla quale non sa rinunciare. Con il suo team di imprenditori ed esperti professionisti e con la spalla forte del direttore generale Felice Delle Femmine, in meno di tre anni è riuscito a rilanciare l’istituto di credito di Torre del Greco, fondato da imprenditori del corallo nel 1888. 

Dal 2017 ad oggi come è cambiata la Banca di Credito Popolare?

“Sono stati anni di impegno concreto per ridisegnare una banca per il futuro. Sotto la guida di un manager esperto e competente come Felice Delle Femmine, siamo partiti con un piano industriale: abbiamo chiesto sacrifici ai soci ma siamo riusciti a portare subito gli indici in positivo. Con il rafforzamento della solidità e una costante attenzione al territorio abbiamo puntato a migliorare la percezione del brand della Banca di Credito Popolare. Lavorando sugli indici qualitativi e non solo quantitativi e cercando di comprendere le esigenze della clientela, abbiamo creato un’azienda che fornisce servizi”.

Qual è stato il risultato? 

bcp-torre-del-greco-mariella-romano-cronaca-e-dintorni“Quest’anno abbiamo approvato il bilancio con un utile di otto milioni e mezzo di euro: tre e mezzo in più rispetto al 2018. Ma abbiamo portato anche il coefficiente patrimoniale che esprime la solidità della banca dal 13,20 al 14%. Il risultato migliore dell’ultimo decennio. Quest’anno, con l’utile prodotto avremmo potuto distribuire anche un dividendo sulle azioni. Ma come tutte le società e gli istituti di credito, in Italia, abbiamo seguito le forti raccomandazioni di Banca d’Italia che ha chiesto di rafforzare, con quei soldi, il patrimonio per fronteggiare la crisi determinata dalla emergenza Covid”. 

In questo tempo, che cosa ha fatto la Bcp per le famiglie e le imprese del territorio?

“Abbiamo cercato di sostenere ancora di più la parte sana del sistema imprenditoriale e le famiglie, riposizionando la banca anche in termini di pricing. La nostra competitività sul mercato ci ha consentito di erogare quest’anno 280 milioni di euro, con una migliore qualità del credito“.

E durante le pandemia e il lockdown per il Covid, la Bcp che ruolo ha giocato? 

“L’emergenza sanitaria ha rappresentato un’altra sfida. La Bcp è stata tra le prime in Italia ad avere erogato in tempi brevissimi le misure di liquidità alle imprese. Siamo stati pronti a recepire tutte le istanze del territorio e questo, oltre ad essere una risposta forte, dà la misura di che cosa significhi essere una vera banca di territorio vicina alle imprese e alle famiglie”.

L’emergenza Covid avrà inevitabilmente un impatto sull’economia.  La Bcp è pronta ad affrontarla?

“Siamo ben consapevoli delle difficoltà: occorre rafforzarsi dal punto di vista patrimoniale per assorbire eventuali impatti che al momento non sono del tutto quantificabili”.

Con la riforma delle banche popolari, che futuro si aspetta per la Bcp?

“La crescita e la solidità ci possono indicare come banca di riferimento quantomeno regionale. In autunno l’emergenza Covid probabilmente accelererà i processi di aggregazione che noi potremo affrontare con le spalle più forti. Oggi siamo consapevoli di essere una realtà rappresentativa e imprescindibile riferimento per le economie del territorio “. 

Su questa trasformazione, quanto hanno pesato i sacrifici e il ricambio generazionale?

“Tantissimo. L’impegno e la responsabilità del Consiglio sono stati grandi. Negli ultimi tre anni abbiamo cambiato cinque consiglieri su nove e tenderemo sempre più ad elevare le competenze, che sono fondamentali , all’interno del Consiglio di amministrazione: bisogna puntare su nuove energie che abbiamo competenze, responsabilità e tempo da dedicare”.

Il 24 giugno si voterà per l’approvazione del bilancio e per il rinnovo delle cariche sociali. Si terrà un’assemblea atipica visto che non è consentita, per il Covid, la presenza fisica dei soci che, quindi, dovranno affidare il proprio voto ad un unico intermediario. Come si presenta Mauro Ascione agli azionisti?

“Dato il momento delicato, per motivi di stabilità ma anche per non creare disagi e non imporre nomi senza che ci sia un confronto diretto, ho ritenuto opportuno riconfermare gli attuali componenti del Consiglio di amministrazione, salvo poi esercitare la facoltà di cooptazione per continuare sulla strada del rinnovamento della governance”.

Ultima domanda. Se dovesse essere eletto di nuovo presidente, quale obiettivo si pone per i prossimi tre anni?

“Il risultato economico è un obiettivo primario. La tranquillità dei soci è fondamentale. Veniamo da un decennio in cui le banche, hanno pagato amaramente il costo della crisi e il fallimento di alcune banche popolari non hanno giovato al sistema. Bisognerà lavorare per consentire proprio ai soci, di essere fieri ed orgogliosi di partecipare al capitale di una delle aziende più importanti del sud Italia ma nel contempo creare ulteriore valore per ottenere quei presupposti che consenta di valorizzare al massimo la loro partecipazione. Per fare questo abbiamo bisogno del supporto e della fiducia di tutti. Ma vorrei che si rafforzasse il legame con il territorio migliorando la relazione umana. Non basta dare i soldi: vorrei che aziende e famiglie ci sentissero dalla loro parte. Mi piacerebbe che i torresi e soprattutto i più giovani, comprendessero il valore e il privilegio di avere una banca nella loro città e la sostenessero così come noi vogliamo assistere e fare crescere i loro obiettivi e i loro sogni”.

Mariella Romano

Giornalista freelance, ho imparato il mestiere di cronista consumando le suola delle scarpe. Non canto storie, scrivo ciò che vedo e racconto l’umanità che incontro. Non sopporto i numeri. Non so fare equazioni e conti e, in un mondo di variabili, alla ragione preferisco il cuore. Mi piace, assai, la terra in cui vivo.

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1 Comment

  • In questa intervista al Presidente della BCP è totalmente assente un soggetto essenziale che ha permesso di raggiungere i risultati sopportando i sacrifici più pesanti sia dal lato economica che da quello della qualità e quantità dello sforzo fisico:mi riferisco ai dipendenti della Banca che sono in prima linea ed è la loro faccia che la clientela vede nelle filiali e negli uffici.Biasimo dunque il Presidente Ascione che,a differenza del suo predecessore,ha ignorato questo aspetto.Brutto segnale.

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