Aveva detto una bugia per evitare una multa: “Una sciocchezza, chiedo scusa”
Parla l’operaio di Torre del Greco sorpreso dalla Polizia municipale in una sala biliardo, in pieno lockdown: è stato denunciato per aver dato false generalità
“Ho detto una bugia, ho fatto una sciocchezza. Ma ho avuto paura e non ho capito più niente”.
G. M., 61 anni, parla al telefono con un filo di voce. È l’operaio che il 15 novembre, primo giorno di lockdown, è stato sorpreso con altri dieci uomini in una sala biliardo di Torre del Greco: oltre a essere multato, si è beccato anche una denuncia penale per aver fornito false generalità alla Polizia municipale che ha eseguito l’operazione finalizzata al rispetto delle restrizioni anti Covid. Da quella domenica, si è chiuso in camera da letto e non fa altro che rimuginare su ciò che è accaduto nel circolo privato che si trova nei pressi di piazza Luigi Palomba. Oggi ha deciso di rompere il silenzio per chiedere pubblicamente scusa ai poliziotti municipali, ai quali ha mandato anche una lettera.
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“Mi angoscia il pensiero di essere stato denunciato e l’idea di passare per un criminale”, racconta G. M. “Non ho mai avuto problemi con la giustizia, ho sempre lavorato onestamente e non so che cosa sia scattato nella mia mente quando il maresciallo mi ha chiesto le generalità. Posso solo dire che ho avuto paura: quella mattina sono sceso per andare a comprare un pezzo di pane e portare il cane a passeggio. Con mia sorpresa, ho visto che il circolo del quale sono socio era aperto. Sono entrato per curiosità e mi sono trovato gli agenti alle spalle. Lo giuro, non ero lì per giocare. Quando ho sentito che ci avrebbero fatto un verbale da quattrocento euro, ho pensato ai soldi che in casa scarseggiano e la disperazione ha preso il sopravvento. Ho capito di aver fatto una fesseria quando era troppo tardi”.
Di averla fatta grossa, G. M. l’ha capito solo un’ora più tardi quando gli agenti coordinati dal comandante Salvatore Visone si sono presentanti nel suo appartamento con una denuncia penale tra le mani.
“Ho subito chiesto scusa”, conclude l’operaio, “ma non è bastato a chiarire la mia posizione. Oggi non è la multa che mi avvilisce ma il peso morale del gesto che ho commesso. Per questo ho sentito l’esigenza di scrivere una lettera al comandate della polizia municipale e chiedere formalmente scusa a tutti per quello che ho fatto. Non mi perdonerò per aver ceduto alla tentazione di fornire false generalità con l’illusione di evitare una sanzione”.