Anfore antiche nel salotto di un commerciante di frutti di mare. Denunciato.
L’operazione della Guardia di Finanza.
Cercavano soldi, hanno trovato due anfore antiche, una betica del II-III secolo e una greco-italica del IV secolo Avanti Cristo. Quando i finanzieri della Compagnia di Torre Annunziata, coordinati dal capitano Giuliano Ciotta, sono entrati in casa di un coltivatore di mitili di Torre del Greco, oggi pensionato di 70 anni, indagato per non aver pagato imposte erariali per un valore di trecentomila euro, speravano di trovare denaro in contante e oggetti di valore da sequestrare. Mai avrebbero immaginato di rinvenire, nella casa di un ex coltivatore e commerciante di frutti di mare, due anfore con sedimenti e molluschi calcificati che sarebbero state trafugate dal fondale marino: preziosi reperti storici risalenti all’epoca greco-romana il cui valore, sul mercato nero, secondo le perizie tecniche condotte dalla Sovrintendenza Archeologica di Napoli, si aggira intorno a diverse decine di migliaia di euro.
Secondo la legge, l’imprenditore, se pure avesse trovato casualmente in mare le due anfore, avrebbe dovuto segnalarne la presenza e consegnarle alle autorità competenti, visto che sono considerate di proprietà dello Stato. Cosa che non è accaduta: gli uomini della guardia di finanza, infatti, le hanno trovate in bella mostra nel salotto, tra gingilli e suppellettili. Adesso l’imprenditore dovrà rispondere in prima persona anche per violazione al Codice dei Beni Culturali: reato che si sommerà alle imputazioni già pendenti in materia tributaria.
Oltre alle anfore, i finanzieri della Compagnia di Torre Annunziata, nella speranza di soddisfare le pretese dell’erario che dall’imprenditore rivendica trecentomila euro, hanno sequestrato un migliaio di euro in contanti e oggetti d’oro come catenine, bracciali e orecchini del valore di circa ottomila euro.