"Ho visto la morte ed è molto brutta". Il racconto della donna incastrata nelle porte del treno. Operata due volte durante la notte: condizioni critiche.
“È un miracolo che sia viva. Quando le porte del treno si sono chiuse, Serena è stata trascinata sul marciapiedi per diversi metri: il suo corpo, dopo aver divelto un paletto, è finito sui binari. Lei non ha mai perso conoscenza ma ha continuato a ripetere al marito che si è avvicinato per primo: sto morendo, sto morendo”.
Chi l’ha vista e ha soccorso E.K.A., la donna di origini marocchine (che in Italia tutti chiamano Serena), rimasta incastrata, mentre scendeva dal treno, nelle porte di un vagone della Circumvesuviana, alla stazione di via Del Monte, a Torre del Greco, martedì 7 maggio intorno alle 13, racconta particolari che ghiacciano il sangue nelle vene. Un incidente drammatico che ha rischiato di fare due vittime. Un giovane che era sulla banchina ferroviaria, quando ha visto il treno ripartire trascinando Serena sul marciapiedi, ha afferrato la donna nel tentativo di estrarla dalla porta bloccata del convoglio. Un’azione di grande coraggio: secondo il racconto di alcuni testimoni, nel tentativo di salvare Serena, l’uomo sarebbe rimasto aggrappato a lei per diversi metri. Insieme, infatti, sarebbero stati trascinati dal treno in movimento, fino a quando la corsa è stata arrestata da alcuni passeggeri che hanno azionato il freno di emergenza.
Anche il giovane è finito al pronto soccorso dell’ospedale di Boscotrecase con escoriazioni sul corpo e psicologicamente provato da quanto accaduto. Per due volte, in reparto, avrebbe perso i sensi e per questo i medici hanno disposto anche il suo ricovero.
Ma la notte più buia e dolorosa è toccata a Serena. Una notte di emergenza e di paura: i medici dell’ospedale Cardarelli, dove la donna è ricoverata per fratture multiple al bacino e agli arti inferiori, hanno dovuto portarla in sala operatoria per due volte in poche ore: stanno cercando di scongiurare innanzitutto pericoli di cancrena. Una situazione drammatica che sta lasciando con il fiato sospeso il marito e i due figli e i volontari della parrocchia di Sant’Antonio di Padova che si prendono cura della famiglia che vive in Italia da vent’anni. Persone che aiutano il prossimo e lavorano lontano dai riflettori. Per questo hanno deciso di raccontare la storia di Serena, conservando l’anonimato.
“Serena è lucida e consapevole di quello che le è capitato”, racconta un’amica trattenendo le lacrime. “Sta soffrendo molto ma la prima cosa che mi ha detto è stata: ho visto la morte ed è una cosa molto brutta che non dimenticherò mai più. Ha avuto tanta paura. Lo ha ripetuto anche al marito che, impotente, ha assistito a tutta la scena. Viaggiavano insieme solo che per scendere dal treno hanno usato due ingressi diversi”.
Saranno le indagini a stabilire la dinamica ed eventuali responsabilità. La verità potrebbe arrivare soprattutto dalle immagini delle telecamere che hanno ripreso la scena e che sono state già consegnate alle autorità. Ma il presidente dell’Eav, De Gregorio, anticipa che “la donna è scesa dal treno dopo il segnale di chiusura delle porte dato dal capotreno ed è rimasta imbrigliata nelle porte stesse e trascinata per circa 80 metri”.