"Un pezzo di me nelle canzoni di Viviani che porto in scena". L'attrice Lalla Esposito si confida: "Merito un riscatto".

45879634_1337043799765189_7520368090392035328_n“C’è un pezzo di me nelle canzoni di Viviani che porto in scena. C’è il mio amore per lui e c’è l’attesa che fa parte della vita di tutti”.

Alla vigilia dello spettacolo ‘E primme vase tuoie l’aggia avute io,  che si terrà domenica 17 marzo all’Ethnos club in via Nazionale a Torre del Greco, l’attrice e cantante, Lalla Esposito, si racconta partendo proprio dalla rappresentazione che ha ideato e che lei stessa interpreterà accompagnata al pianoforte dal maestro Antonio Ottaviano.

Che cosa attende, Lalla Esposito?

“Un riscatto. Non lo dico con livore: penso di essere una persona che merita un risarcimento”.

53524155_10219557514755396_3903148708170039296_nDalla vita, dal lavoro?

“Dalla professione. Ho lavorato con molti registi importanti da Toni Servillo a Scaparro, da Patroni Griffi a Luca De Filippo. Ho preso tanto e ho dato tanto, ma non mi sono mai attaccata a un carro: io cerco di convincere le persone quando sto sul palcoscenico, non fuori. Non amo la popolarità, altrimenti avrei fatto cinema e televisione. Ma so che molti mi stimano perché ho dimostrato di saper fare. E il riconoscimento che mi aspetto e che ritengo di meritare dovrebbe arrivare da coloro che stanno dietro le quinte. Ma non sono l’unica ad attendere”.

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Chi altri?

“Le molte persone che hanno tanto investito nella vita e mai hanno avuto il risarcimento che meritano. Proprio come racconta Viviani nelle sue opere: lo considero in assoluto il più moderno tra i drammaturghi, i poeti e i musicisti, considerando l’epoca in cui ha vissuto. Viviani si è sempre interessato, come Brecht, degli ultimi, delle prostitute e di quelli che vivono per strada. Portava in scena la verità, la miseria, l’ingiustizia e marchiò le sue sceneggiature e le sue canzoni con una lingua scarna, aspra e tagliente, ben lontana dallo stile che faceva del teatro colto un’esclusiva delle classi più agiate, riuscendo perciò a coniugare contenuti profondi ad una possibilità di fruibilità da parte di tutti. Anche per questo non era molto amato dalla critica. E ciò che mi affascina di Viviani è l’idea che sia stato lui a decidere di salvarsi: non aspetto che siano gli altri ad offrirmi la possibilità di salvarmi, ma me la prendo da solo”.

40314960_1289369987865904_7206227800041193472_n‘E primme vase tuoie l’aggia avute io è un viaggio nell’universo femminile raccontato attraverso le opere di Viviani. Ma in scena non ci saranno solo brani popolari.

Ci svela quale particolare dello spettacolo?

“Aggiungo solo che mi sono ben guardata dal proporre ‘A rumba de’ scugnizzi o canzoni molto conosciute. Presento, per esempio, Carme’ m’alluntano pe’ mo che fa parte dell’atto unico Borgo Sant’Antonio.. ma alle spiegazioni preferisco offrire la visione dello spettacolo.. vi aspetto tutti in teatro”.

Mariella Romano

Giornalista freelance, ho imparato il mestiere di cronista consumando le suola delle scarpe. Non canto storie, scrivo ciò che vedo e racconto l’umanità che incontro. Non sopporto i numeri. Non so fare equazioni e conti e, in un mondo di variabili, alla ragione preferisco il cuore. Mi piace, assai, la terra in cui vivo.

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