Capostazione Eav travolto da un furgone mentre era al lavoro: chiesto il rinvio a giudizio per l’autista – Video
Prima svolta nelle indagini, ma non si esclude che possano emergere altre responsabilità. Salvatore Brancaccio morì perché i freni non erano stati azionati in maniera corretta
A undici mesi dall’incidente, c’è una prima svolta nelle indagini per la morte del capostazione Eav, Salvatore Brancaccio di Torre del Greco: l’uomo era stato travolto e ucciso sul luogo di lavoro, da un furgoncino in via Vicinale Ravioncello, a Napoli, il 26 marzo del 2021. Il pm della Procura di Napoli, Mario Canale, ha chiesto il rinvio a giudizio per l’autista del mezzo R. E. di 50 anni, al momento unico indagato. Per l’accusa, avrebbe dimenticato di inserire correttamente il freno a mano del camioncino che ha causato il decesso del quarantenne e, prima di lasciare il veicolo in sosta, non avrebbe adottato le cautele imposte dal Codice della strada.
Perizie tecniche e decine di sopralluoghi, infatti, avrebbero accertato che R. E., dipendente di una ditta esterna incaricata dall’EAV di svolgere le operazioni di sanificazione all’interno dei locali di lavoro dove si trovava Salvatore Brancaccio, avrebbe parcheggiato il furgone a monte di una strada in forte pendenza, nei pressi dell’ufficio del capostazione, senza assicurarsi di aver bloccato completamente le ruote e probabilmente senza azionare il sistema di frenaggio in modo corretto.
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Una distrazione che, però, è stata fatale per il dipendente dell’Ente Autonomo Volturno. Salvatore Brancaccio, infatti, costretto a lasciare l’ufficio per consentire agli operai di eseguire una sanificazione anti Covid, quando ha visto il mezzo muoversi senza controllo ha tentato di fermare la corsa del veicolo: il furgoncino, senza conducente, stava procedendo all’indietro e avrebbe potuto causare gravissimi danni a persone e cose.
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Uno strazio per la famiglia che, a quasi un anno dall’incidente, ancora si interroga se l’eventuale, oggettiva, responsabilità dell’autista del veicolo possa essere stata davvero l’unica causa a determinare il decesso del capostazione. Gli avvocati Dario Cuomo e Marco Bello che rappresentano la moglie Stefania Cirillo, i genitori Elena e Placido e la sorella Rosanna Brancaccio, vogliono verificare se la ditta di pulizia e l’Eav abbiano rispettato tutte le regole previste in materia di sicurezza sul luogo di lavoro e se era lecito l’intervento di sanificazione eseguito durante l’orario di servizio, alla presenza dei dipendenti. Ecco perché, a breve, il Gip dovrà pronunciarsi in merito alla necessità di un ulteriore vaglio investigativo, teso a chiarire la sussistenza di altri, eventuali, profili di colpa.
Lo snodo ferroviario di via Vicinale Ravioncello, si trova in un budello impervio e reso quasi inaccessibile dalle sterpaglie e dal dissesto del manto stradale. Il pomeriggio del 26 marzo 2021, i vigili del fuoco per consentire all’ambulanza e ai medici di prestare soccorso al capostazione, hanno dovuto aprire un nuovo varco attraversando le terre di privati. Una corsa contro il tempo che si è rivelata inutile: all’arrivo degli specialisti del 118, Salvatore Brancaccio era già morto.