Chiusi in casa per il Covid con due neonate da sfamare: “Aiutateci abbiamo bisogno di tutto”
Torre del Greco, l’appello disperato di Cristina in quarantena con la sua famiglia
Arriva flebile dall’altra parte del telefono la voce di Cristina (nome di fantasia per tutelare la privacy): ha 21 anni è positiva al Covid ed è mamma di una coppia di gemelle di appena due mesi. Le bimbe, nei giorni scorsi, hanno manifestato sintomi lievi e qualche linea di febbre e per questo sono state accompagnate al pronto soccorso dell’ospedale Santobono dove, anche per loro, è stata accertata la positività al nuovo Coronavirus. Ma in casa con Cristina e le sue figlie, vivono altre cinque persone: il marito di 27 anni, due sorelle di 19 e 24 anni e i genitori di 42 e 47 anni. A preoccupare, sono le condizioni di questi ultimi: hanno febbre alta e dolori diffusi.
“Mia mamma in particolare – racconta Cristina – ha dolori al torace: il medico di base la sta curando a distanza con antibiotico e cortisone. Ai miei genitori non hanno ancora fatto il tampone ma è alto il rischio che possano essere anche loro positivi al Covid: fino ad oggi, però, nessuna istituzione locale si è fatta sentire. Nessuno è venuto a controllare le nostre condizioni di salute. Nessuno ci sta dando una mano: abbiamo bisogno di cibo, disinfettante, medicine, mascherine. Non vogliamo carità ma solidarietà”.
Una situazione di emergenza che sta mettendo a dura prova un intero nucleo familiare: in otto in un solo appartamento, hanno problemi anche a reperire farmaci e generi alimentari.
“Siamo chiusi in casa da sabato 24 ottobre: stiamo consumando le provviste che presto finiranno. Neanche un pezzo di pane riusciamo a comprare. Ma sono preoccupata per le bambine: serve acqua e latte per sfamarle e non so per quanto tempo riusciremo ad andare avanti. Noi possiamo anche digiunare ma le piccole..”.
Una sofferenza indicibile per una giovane mamma alle prese con l’emarginazione da Coronavirus: Cristina con la sua famiglia vive in un appartamento semi indipendente, in quartiere popoloso di Torre del Greco, dove è facile diventare invisibili agli occhi delle persone che vivono intorno. E non sono i soldi a mancare ma le persone disposte a dare una mano.
“Non sappiamo a chi chiedere aiuto. Anche i miei nonni di 68 anni che non vivono con noi, sono in isolamento domiciliare con la febbre alta e non sanno come tirare avanti. Abbiamo tanti amici ma nessuno può prendersi cura di noi perché sono in quarantena, così come altri nostri parenti”.
Insomma, una situazione drammatica che, al momento, non trova soluzione.
“Sono giorni che proviamo a chiedere aiuto al Comune: abbiamo chiamato più volte e ci hanno risposto che avrebbero mandato la croce rossa, la protezione civile e chissà chi.. Fino ad oggi nessuno ha bussato alla nostra porta. Perfino la spazzatura stiamo accumulando in casa. Ci hanno detto di chiudere i rifiuti in una doppia busta e depositarli fuori al palazzo. Un’assurdità visto che siamo tutti in quarantena e abbiamo il divieto di uscire anche sul pianerottolo”.
Storie di ordinaria disorganizzazione e mancanza di misure assistenziali in un momento di emergenza gravissima.
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