Ponte di Genova gestito da Autostrade. Il papà di Giovanni Battiloro: “Mio figlio ucciso due volte”
Sono quasi due anni che Roberto Battiloro, sua moglie Carmela e la loro figlia Laura, cercano la verità. Ventitré mesi che continuano a chiedersi perché quel maledetto 14 agosto del 2018 il ponte Morandi, a Genova, è crollato uccidendo 43 persone tra le quali anche Giovanni Battiloro e i suoi amici di Torre del Greco, Gerardo Esposito, Matteo Bertonati e Antonio Stanzione. Domande che ancora fanno male e rimbombano nel cuore e nella mente. Soprattutto adesso che diventa ufficiale la notizia che il nuovo ponte ricostruito a tempo di record sarà gestito da Società Autostrade che fa capo alla famiglia Benetton: la stessa che si occupava di Ponte Morandi.
“Inaudito”, commenta Roberto Battiloro sul palco del III Memorial Michele Siani a Vietri, consegnando il premio speciale Giovanni Battiloro ad un gruppo di videomaker che si sono formati seguendo un corso professionale dedicato a Giovanni e voluto dall’assessore alle Pari Opportunità Chiara Marciani.
“Inaudito e assurdo”, aggiunge Battiloro. “Mi chiedo: se il ministro De Micheli avesse avuto un figlio sotto quelle macerie, avrebbe ridato in affidamento il ponte ad Aspi? Io credo di no. Ma così stanno uccidendo mio figlio e tutti gli altri per la seconda volta. Per un momento ho pensato ad una fake news. Poi ho capito che era tutto vero. E mi è sembrato di ricevere uno schiaffo in faccia. Come è possibile rinnovare quella concessione dopo che tutti gli esponenti del Governo si erano espressi per sottrarre la rete autostradale ad Aspi? È una barzelletta? No, è un Governo senza alcuna credibilità. Con la complicità dello Stato stiamo affidando la concessione alla stessa società che non ha fatto manutenzione sul Ponte Morandi”.
La conferma che Società Autostrade tornerà a gestire il nuovo ponte, arriva a pochi giorni dal processo fissato per il 14 luglio nella sede della Fiera di Genova, nel quale Roberto Battiloro sarà parte civile. Due settimane fa, i legali del papà di Giovanni Battiloro, hanno presentato al Gip il loro incidente probatorio che ricostruisce fatti e responsabilità: i periti del giudice, insieme con i consulenti dell’accusa e della difesa, discuteranno l’esito della perizia sulle cause del crollo.
Intanto il pubblico ministero ha indagato settantaquattro persone. Tra questi, anche alti manager e tecnici di Autostrade per l’Italia e di Spea Engineering, la società del gruppo Atlantia che aveva il compito di monitorare le infrastrutture. L’ipotesi accusatoria si basa sulla carenza di manutenzione e gli addebiti sono, a vario titolo, di omicidio colposo plurimo (aggravato dalla violazione delle leggi sulla sicurezza sul lavoro) e disastro. Inoltre, per il Morandi, come per altri viadotti autostradali, si parla anche di falso: si sospetta che possano essere stati manomessi i report sulla sicurezza per rinviare i lavori di ristrutturazione.