Rissa social sul degrado del cimitero. Ma le foto smentiscono chi attacca il sindaco

Torre del Greco, erba alta solo nell’area del compreso Gelsomino

imitero-torre-del-greco-mariella-romano-cronaca-e-dintorniDopo quasi due mesi di chiusura per la pandemia da Covid 19, riapre il cimitero e subito scoppia la polemica politica. Questa volta, a far saltare i nervi al sindaco di Torre del Greco, Giovanni Palomba, sono state quattro foto che riprendono lo stesso luogo da diverse angolature, postate su Facebook dal consigliere di opposizione Luigi Mele e subito rimbalzate sulle bacheche di decine di cittadini indignati per le condizioni in cui sarebbe stato trovato il camposanto dai familiari dei defunti, oggi giovedì 30 aprile.

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Compreso Gelsomino, una delle foto postate su Facebook

Quattro foto che hanno fatto urlare un facile vergogna a centinaia di utenti, tanto da spingere il primo cittadino a ribattere alle accuse con un post al vetriolo: “Resto allibito quando leggo qualche Cassandra di turno che posta sui social foto ignobili del nostro cimitero al solo fine di denigrare e criticare il nulla, non essendosi potuta svolgere in questi due mesi alcuna attività tecnica. Ho una sola parola per tutto ciò: vergogna”.

imitero-torre-del-greco-mariella-romano-cronaca-e-dintorniMa dove sta la verità? Dopo le foto-denuncia pubblicate su Facebook ho fatto un sopralluogo al cimitero per documentare lo scempio e la vergogna. Con grande sorpresa ho trovato l’erba alta solo al compreso Gelsomino, così come dimostrano le foto scattate dal consigliere Mele. Le erbacce hanno ricoperto gli spazi che non sono ancora cementificati e hanno “invaso” qualche tomba. Ma è stata l’eccezione: in tutta l’area cimiteriale, dove pure ci sono segni di una manutenzione ovviamente trascurata dopo due mesi di chiusura, ho trovato ordine e pulizia. Lo dimostrano le foto che ho scattato oggi 30 aprile, intorno a mezzogiorno.

Mariella Romano

Giornalista freelance, ho imparato il mestiere di cronista consumando le suola delle scarpe. Non canto storie, scrivo ciò che vedo e racconto l’umanità che incontro. Non sopporto i numeri. Non so fare equazioni e conti e, in un mondo di variabili, alla ragione preferisco il cuore. Mi piace, assai, la terra in cui vivo.

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