Il mondo del cinema d’animazione vive spesso di dualismi: da una parte ci sono franchise che, dopo anni di silenzio, tornano a ruggire conquistando il botteghino e la critica; dall’altra, opere divenute cult che restano, per precisa volontà dei creatori, capitoli unici e intoccabili. È proprio in questo scenario che si collocano le recenti novità riguardanti due titoli amatissimi dal pubblico: l’attesissimo ritorno a Zootropolis e l’eterna discussione su un ipotetico seguito di Coraline.
Un ritorno che vale l’attesa
Dopo quasi un decennio, Zootropolis 2 (Zootopia 2) è finalmente arrivato nelle sale, dimostrando con forza che alcune attese sono assolutamente giustificate. La pellicola riesce nell’ardua impresa di recuperare tutto ciò che il pubblico aveva amato nell’originale — l’umorismo intelligente, i colpi emotivi allo stomaco e un mondo specchio della nostra realtà — per poi spingersi ancora più in profondità, aggiungendo un inedito tocco “rettiliano”. L’esperienza in sala lascia lo spettatore con la sensazione di aver appena partecipato a una seduta di terapia di gruppo emotiva, guidata però da una coniglietta e una volpe.
Nuove dinamiche e sottobosco criminale
La trama segue Judy Hopps e Nick Wilde mentre danno la caccia a un misterioso serpente, finendo trascinati nel sottobosco rettiliano segreto della città. Le cose si fanno più oscure, strane e decisamente più complicate, pur mantenendo la coerenza necessaria per un film per famiglie. L’universo narrativo si espande ben oltre i mammiferi, introducendo uccelli, rettili e anfibi, rendendo la metropoli più vasta, ricca e costruita con deliberata attenzione ai dettagli. Sembra quasi che il film voglia finalmente rispondere a domande cruciali su chi fosse veramente il target originario di Zootropolis e chi, invece, fosse stato lasciato fuori dal quadro sociale.
Temi maturi e profondità emotiva
Tematicamente, il sequel raddoppia la posta in gioco su ciò che aveva distinto il primo capitolo: pregiudizio, sistemi di potere e l’uso della paura come arma. Questa volta, però, si affrontano anche concetti come la storia, la colpa e cosa significhi vivere in una città non progettata per te. C’è una forte enfasi sulla partnership e sulla fiducia tra Judy e Nick, bilanciando idee serie e importanti con scambi di battute vivaci che colpiscono nel segno senza mai minare i momenti significativi. Se il primo film vinceva per la pura novità e il carisma di Nick Wilde, questo secondo capitolo potrebbe rivelarsi superiore su una scala prettamente emotiva, offrendo un’interazione tra i protagonisti più stratificata e soddisfacente. Con un punteggio che sfiora la perfezione (4,9 su 5), il film è caldamente consigliato a chi cerca un’animazione intelligente che sappia bilanciare l’azione con la profondità dei personaggi.
Il rifiuto d’autore per Coraline
Mentre il pubblico celebra l’espansione dell’universo Disney, sul fronte opposto Neil Gaiman si trova costretto, a intervalli rigorosamente irregolari, a ribadire su Twitter perché Coraline e la porta magica non abbia mai visto l’arrivo di un sequel. Il film in stop-motion dei LAIKA Studios, diretto da Henry Selick, è considerato un moderno capolavoro del cinema, uno status che ha mantenuto e consolidato nel tempo nonostante un box-office iniziale non straripante — incassò poco più di 120 milioni di dollari a fronte di un budget di circa 60.
La filosofia della narrazione prima del profitto
Recentemente, l’artista inglese ha risposto ancora una volta ai fan affamati di aggiornamenti su un possibile Coraline 2. La sua posizione rimane ferma e guidata da un’integrità artistica rara: “Se mai mi dovesse venire in mente una storia di Coraline migliore di CORALINE, la scriverò”. Non c’è spazio per operazioni commerciali forzate; per Gaiman, la qualità del racconto ha la precedenza assoluta su qualsiasi richiesta del mercato.
L’impegno nell’universo di Sandman
L’attenzione dello scrittore è d’altronde focalizzata su altri lidi creativi, in particolare sull’adattamento di The Sandman. La serie TV basata sull’omonimo fumetto, in arrivo in streaming su Netflix il 5 agosto, vede Gaiman coinvolto sia come co-sceneggiatore che come produttore esecutivo. Il progetto vanta un cast imponente che include, tra gli altri, Vivienne Acheampong, Boyd Holbrook, Charles Dance, Gwendoline Christie, Jenna Coleman, David Thewlis e Stephen Fry, promettendo di portare sul piccolo schermo la complessità onirica dell’opera originale. Mentre le porte di Zootropolis si riaprono per nuove avventure, quella magica di Coraline resta, per ora, saggiamente chiusa, preservando la perfezione di un racconto che non necessita di aggiunte superflue.
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