La vittima, Giovanni Guarino

Rissa nella notte, sette coltellate per uno sguardo non gradito. Così è morto Giovanni, ragazzo mite

Torre del Greco, il racconto dell’amico: “Alle giostre dovevo andarci anch’io”

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La vittima, Giovanni Guarino

Sette coltellate e una ferocia da criminali incalliti. Ma il colpo che, durante una rissa, poco prima delle 23 di domenica 10 aprile ha ucciso Giovanni Guarino, è stato sferrato con rabbia dritto al cuore. Una pugnalata che non ha lasciato scampo al ragazzo di Torre del Greco, che avrebbe compiuto 19 anni a luglio. Un orrore al quale hanno assistito, impotenti, le persone che erano con lui: in primis Nunzio Abbruzzese, l’amico coetaneo che pure è stato accoltellato all’addome e si è salvato grazie al soccorso tempestivo e alla bravura di chirurghi e rianimatori dell’ospedale Maresca che lo hanno trasportato in sala operatoria tamponandogli le ferite.

Per Giovanni, invece, non c’è stato più niente da fare. Il cuore, spezzato dalla coltellata, potrebbe avere smesso di pulsare già durante il tragitto dal luna-park di via Nazionale, dove è avvenuta la rissa, al nosocomio di via Montedoro dove, nella notte, sono arrivate un’ottantina di persone e in preda alla rabbia hanno danneggiato il pronto soccorso. Inutile qualsiasi manovra di rianimazione per Giovanni che, in ospedale, sarebbe giunto già morto. Un’esperienza terribile anche per gli specialisti che sono preparati ad affrontare qualsiasi emergenza: anche per loro è stato difficile restare indifferenti di fronte al corpo martoriato del giovane.

Confermato il movente. A quanto pare, sarebbe stato uno sguardo verso una ragazza a scatenare la furia omicida dei due ragazzi indentificati e arrestati dagli agenti del commissariato di polizia di Torre del Greco, agli ordini del primo dirigente Antonella Andria. Si tratta di due ragazzini di sedici e diciassette anni, incensurati, di Torre Annunziata che provengono da famiglie dedite allo spaccio di droga e contigue alla criminalità organizzata.

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Aniello Gallo, amico di Giovanni Guarino
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Giovanni Guarino con la mamma

Giovanni Guarino, invece, figlio di commercianti molto noti in città, era uno studente dell’istituto Nautico Cristoforo Colombo: papà Antonio Guarino e mamma Marianna Colantuono. Quest’ultima gestisce un negozio di abbigliamento intimo. Giovanni, iscritto al quinto anno, avrebbe lasciato gli studi per dedicarsi al lavoro: tutte le mattine aiutava lo zio e i cugini nel negozio di frutta e verdura che si trova in Largo Santissimo. Una passione, la sua, che lo avrebbe convinto a tornare a Torre del Greco dopo un’esperienza come aiuto cuoco in una località turistica. 

“Domenica mattina”, racconta emozionato l’amico Aniello Gallo, “abbiamo fumato insieme l’ultima sigaretta. Era sceso a lavorare: vendeva fragole all’angolo di via Salvator Noto e, insieme, abbiamo riso e scherzato. Nessuno avrebbe pensato che sarebbe stata l’ultima volta. Dovevo andare anche io alle giostre ma poi ho deciso diversamente. Giovanni era tanto buono. Non era capace di fare del male a qualcuno e sono certo che non è stato lui a provocare la rissa. Sono sconvolto”. 

E’ agghiacciante ed inaccettabile quanto accaduto  a due giovani della nostra comunità cittadina”, commenta il sindaco Giovanni Palomba”. La violenta e prematura morte di un ragazzo, figlio del nostro territorio, brutalmente sottratto all’affetto dei suoi genitori e della sua famiglia, e, il ferimento dell’amico colpito con efferatezza inaudita, lascia sconcerto rabbia e indignazione in ognuno di noi. Sono profondamente amareggiato, da padre e da rappresentante delle Istituzioni. A nome della città tutta esprimo, pertanto, la più ferma condanna verso azioni di tale natura e verso ogni forma di violenza – in particolar modo quella giovanile – che non può trovare alcun fondamento ed alcuna giustificazione, nonché, profonda vicinanza alle famiglie colpite da questa assurda vicenda. Non è immaginabile che un innocente abbia dovuto pagare al prezzo della propria vita la piacevolezza e la tranquillità di un momento di svago in compagnia. È, quanto mai necessaria, dunque, una riflessione seria ed attenta sulla educazione dei nostri giovani, e, soprattutto sugli atteggiamenti di sincero disagio sociale che continuamente si manifestano, tale che parta di concerto da tutte le forze positive e proattive della nostra città. Sono pienamente fiducioso nel lavoro continuo degli Inquirenti”. 

Mariella Romano

Giornalista freelance, ho imparato il mestiere di cronista consumando le suola delle scarpe. Non canto storie, scrivo ciò che vedo e racconto l’umanità che incontro. Non sopporto i numeri. Non so fare equazioni e conti e, in un mondo di variabili, alla ragione preferisco il cuore. Mi piace, assai, la terra in cui vivo.

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1 Comment

  • È stato un crimine,contro la bontà di un ragazzo.Giustizia per questo ragazzo che lascia la vita in modo disumane .Ciao piccolo ❤️❤️❤️❤️

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