“Ridateci gli occhiali di papà”, l’appello del figlio di Ventimiglia

Torre del Greco, una ricompensa per chi restituisce i ray-ban persi al momento dell’incidente

Antonio Ventimiglia con il figlio Enrico

È un appello che stringe il cuore quello che arriva dal figlio di Antonio Ventimiglia, il pensionato investito e ucciso da una moto che percorreva a forte velocità via Salvator Noto, a Torre del Greco, lo scorso 2 gennaio. Enrico Ventimiglia, arrivato sul posto dell’incidente pochi minuti dopo l’impatto, ha custodito fino ad oggi gli ultimi istanti di vita del papà, quasi a voler blindare il dolore.

Ma a venti giorni dall’incidente e al termine di tutte le incombenze burocratiche imposte dall’inchiesta della magistratura che solo martedì 21 gennaio ha autorizzato la cremazione del corpo del commerciante in pensione, Enrico Ventimiglia decide di rompere il silenzio per chiedere un gesto di umanità nei confronti di tutta la famiglia.

“Al momento dell’impatto”, racconta l’uomo, “mio padre indossava un paio di occhiali da sole modello ray-ban che non sono stati più ritrovati. Li ha persi, ed è probabile che siano volati con lui quando la moto lo ha preso in pieno. Per altri sono solo un paio di occhiali. Per noi rappresentano un legame profondo con papà perché li indossava sempre. È probabile che siano stati trovati lontano dal luogo dell’incidente vista la violenza dell’impatto e per questo nessuno ha pensato a consegnarli. Adesso”, conclude Enrico Ventimiglia promettendo una ricompensa, “confidiamo sul passaparola: siamo certi che, conoscendo la storia di quegli occhiali chi li ha trovati ce li riporterà”.

Mariella Romano

Giornalista freelance, ho imparato il mestiere di cronista consumando le suola delle scarpe. Non canto storie, scrivo ciò che vedo e racconto l’umanità che incontro. Non sopporto i numeri. Non so fare equazioni e conti e, in un mondo di variabili, alla ragione preferisco il cuore. Mi piace, assai, la terra in cui vivo.

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