È morto l’imprenditore Alberto Guida. Il ricordo dei figli

Torre del Greco, aveva 76 anni. Era presidente della Pro Loco Turris Mare Vesuvio

alberto-guida-torre-del-greco-mariella-romano-cronaca-e-dintorni
Alberto Guida

Se n’è andato in una domenica di sole, Alberto Guida, 76 anni, imprenditore in pensione, presidente della Pro Loco Turris Mare Vesuvio e promotore del Trofeo Ciclistico Tobia Polese-Cronoscalata al Vesuvio che si svolge da otto anni a Torre del Greco. 

Se n’è andato regalando l’ultimo sospiro ai figli Angelo, Vincenzo e Serena che lo hanno accompagnato nel momento del trapasso: era seduto nel giardino di casa, a godersi il primo caldo di aprile, quando il cuore, in blackout, non gli ha dato tempo di capire o di chiedere aiuto. 

“Un dolore grande che lascia un vuoto immenso”, dice la figlia Serena. Una sofferenza ancora più feroce per l’assenza di un conforto spirituale; di abbracci, carezze e baci. Perché nel pieno dell’epidemia da Covid, anche per un uomo morto d’infarto c’è l’obbligo di isolamento. E allora, adesso che tutto si è concluso; adesso che, senza un funerale per il divieto di assembramenti, Alberto è stato portato via da casa, chiuso in una cassa di mogano scuro, ai figli non resta che ricordarlo a chi gli ha voluto bene. E lo fanno, con una sola voce, dedicandogli queste parole: “Se c’è un uomo che amava la sua città più di chiunque altro, quello era Alberto Guida. Era conosciuto da tutti per la sua costanza, per la sua perseveranza e per la sua voglia di cambiare il mondo. Sì, perché lui, classe 1943, ha vissuto in un mondo bello, in un mondo giusto, fatto di ideali, di valori, quelli che ha trasmesso a noi, e che continuava a portare avanti, scontrandosi con una mentalità non più gentile e pulita come la sua. Oggi la sua famiglia perde un guerriero e Torre del Greco perde un figlio, uno dei suoi figli migliori, di quelli che avrebbero dato la vita per poterla vedere risplendere, come nei suoi ricordi migliori”.

Mariella Romano

Giornalista freelance, ho imparato il mestiere di cronista consumando le suola delle scarpe. Non canto storie, scrivo ciò che vedo e racconto l’umanità che incontro. Non sopporto i numeri. Non so fare equazioni e conti e, in un mondo di variabili, alla ragione preferisco il cuore. Mi piace, assai, la terra in cui vivo.

Articoli Correlati

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Contenuto Protetto