Chiuso circolo ricreativo: 11 uomini sorpresi a giocare a biliardo in pieno lockdown

Torre del Greco, una persona è stata denunciata per false generalità

rapina-piazza-luigi-palomba-torre-del-greco-mariella-romano-cronacaÈ iniziato con la chiusura di un circolo ricreativo dove si giocava a biliardo il secondo lockdown anti Covid a Torre del Greco. L’operazione della Polizia municipale finalizzata al rispetto dei vincoli della zona rossa, è scattata la mattina di domenica 15 novembre quando gli agenti coordinati dal comandante Salvatore Visone hanno dato il via ai controlli anti assembramento passando al setaccio anche esercizi commerciali, sale giochi e centri scommesse.

A finire nella rete dei poliziotti urbani, sono stati undici giocatori di biliardo, soci di un circolo ricreativo che si trova nei pressi di piazza Luigi Palomba. Secondo gli agenti che hanno portato a termine le verifiche, il titolare della struttura e gli avventori si sono riuniti all’interno della sala biliardo ignorando tutti i divieti imposti dal Governo per le zone rosse, come se fosse una domenica qualsiasi.

Una scarsa attenzione alle normative anti Covid che è costata cara innanzitutto ai giocatori che dovranno pagare una multa di 400 euro pro-capite (che scende a 280 euro se saldano il debito entro cinque giorni), per un totale di 4.400 euro. Conseguenze pesanti anche per il titolare del circolo che, oltre alla sanzione pecuniaria, rischia un provvedimento di tipo amministrativo. Sarà la Prefettura di Napoli, infatti, a decidere quanto tempo dovrà rimanere chiuso il locale dopo il periodo di lockdown: da un minimo di cinque a un massimo di venti giorni. Infine, pagherà caro il tentativo di fare il furbetto, anche un giocatore che agli agenti in servizio ha dichiarato false generalità: l’uomo (che è stato anche multato) è stato deferito all’autorità giudiziaria per l’illecito penale previsto dall’art. 495 del codice penale.

Mariella Romano

Giornalista freelance, ho imparato il mestiere di cronista consumando le suola delle scarpe. Non canto storie, scrivo ciò che vedo e racconto l’umanità che incontro. Non sopporto i numeri. Non so fare equazioni e conti e, in un mondo di variabili, alla ragione preferisco il cuore. Mi piace, assai, la terra in cui vivo.

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