E’ di un artista torrese la Natività esposta in piazza del Popolo a Roma

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Raimondo Accardo

Porta la firma di un artista torrese la Natività allestita all’esterno della caserma dei carabinieri Giacomo Acqua di piazza del Popolo a Roma, Comando Legione Lazio. L’ha realizzata Raimondo Accardo, 52 anni, appuntato scelto con qualifica speciale e con la passione per i motori, i presepi e i pastori. Figlio d’arte dell’eccellente Caterina Ascione, Raimondo Accardo ha imparato a creare scenografie presepiali lavorando, fin da quando aveva otto anni, nel salone della parrocchia di Sant’Antonio a Brancaccio, dove l’allora monsignor Carmine Ascione ogni anno allestiva un caratteristico presepe. 

“La mia passione è iniziata proprio in quegli anni frequentando la chiesa di Sant’Antonio”, racconta Accardo che nel frattempo è diventato artista di punta per l’arma dei carabinieri. “Ho avuto la fortuna e l’opportunità di lavorare con maestri eccellenti, utilizzando svariati materiali e diverse tecniche di costruzione. Neanche la partenza da Torre del Greco, circa 30 anni fa,  ha mai placato l’amore che nutro verso il presepe e verso la mia terra: la mia grande maestra Caterina Ascione, oltre ad insegnarmi le tecniche, ha saputo trasmettermi la devozione per il presepe. Da lei ho imparato che sono tutti belli perché custodiscono la nascita di Cristo che si rinnova ogni anno in noi e non solo sulla scenografia artistica. Per questo ritengo essenziale che si continui a fare il presepe nelle famiglie e a portare avanti la tradizione con i bambini e ragazzi che rappresentano la risorsa migliore per il nostro futuro. Negli anni, approfondendo la storia dell’arte presepiale del ‘700″, conclude Raimondo Accardo, ho anche imparato a costruire pastori di quell’epoca, le minuterie presepiali, la ceroplastica e le varie scenografie del periodo”.

La Natività, con pastori altri 50 centimetri, istallata nella caserma del Comando Legione Lazio di piazza del Popolo a Roma, è visibile dall’esterno.

 

Mariella Romano

Giornalista freelance, ho imparato il mestiere di cronista consumando le suola delle scarpe. Non canto storie, scrivo ciò che vedo e racconto l’umanità che incontro. Non sopporto i numeri. Non so fare equazioni e conti e, in un mondo di variabili, alla ragione preferisco il cuore. Mi piace, assai, la terra in cui vivo.

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