Casa sequestrata diventa covo di spacciatori e prostitute. Il video

Abbandonata tra spazzatura, carcasse di animali e rituali criminali

Hanno paura anche a parlarne e fingono di non vedere. È come se la casa al civico 37 di via San Giuseppe alle Paludi a Torre del Greco, non esistesse. Solo qualcuno, guardandosi intorno, sussurra che in quella palazzina sequestrata dieci anni fa per un abuso edilizio e da allora abbandonata, succede qualcosa di strano: incontri clandestini e riti poco chiari. A quanto pare è diventata covo di tossicodipendenti e prostitute. E, forse, base per spacciatori.

Di sicuro, oltre alla spazzatura che continua ad accumularsi attirando topi grandi da fare ribrezzo, nelle stanze ai piani superiori c’è la firma di chi, di notte e di giorno, si aggira indisturbato consumando droga e, a quanto pare, praticando rituali poco leciti: ci sono anche carcasse di animali tra materassi sudici e le paratie in cemento ormai demolite. E poi ci sono porte sfondate da quelli sembrano colpi di arma da fuoco.

All’ultimo piano, tirato su senza licenza edilizia, c’è un tavolino costruito alla meno peggio con marmi bianchi e bidoni. E ci sono sei sedie che raccontano di riunioni lontano da occhi indiscreti. Sul pavimento, decine di cicche di sigarette: sulle pareti, disegni di pistole, scritte che inneggiano alla malavita e sangue rappreso. Uno scenario da brivido, ignorato da tutti e sul quale bisognerebbe aprire gli occhi.

“C’è innanzitutto un pericolo igienico sanitario”, attacca Carlo Riccio, che ha raccolto la segnalazione degli abitanti, esasperati dai cattivi odori e dalle condizioni in cui versa la zona. “Le persone che vivono a pochi metri da questo immobile sono costrette a fare i conti con la presenza di topi enormi che si aggirano indisturbati tra i rifiuti che vengono continuamente abbandonati dentro e fuori la palazzina. Che cosa accada dentro nessuno ce lo sa dire con certezza, ma basta guardare come sono stati ridotti gli interni per farsene un’idea. Bisogna intervenire subito per restituire dignità e decoro a questo luogo”.