In carcere l’assassino di Brunella. I vicini: “Omicidio annunciato”. Il video dell’arresto

Torre del Greco, Fabio Cerbasi sarebbe affetto da problemi psichiatrici

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Brunella Cerbasi

Lui, dopo l’interrogatorio, è stato arrestato dalla polizia di Torre del Greco e trasferito al carcere di Poggioreale. Lei, dopo i rilievi della scientifica, è stata chiusa in una bara e accompagnata all’obitorio di Castellammare di Stabia per l’autopsia. Il sipario sull’omicidio di Brunella Cerbasi che il 23 novembre ha trovato la morte per mano dell’unico figlio, Fabio Cerbasi di 33 anni, è calato nel tardo pomeriggio di lunedì quando gli inquirenti hanno spento le luci al secondo piano di via Dei Remaioli 7 e hanno sigillato la porta dell’appartamento nel quale si è consumato il dramma, probabilmente la notte tra domenica e lunedì. L’uomo, dopo un diverbio con la mamma e probabilmente in preda ad un raptus di follia, avrebbe massacrato di botte la donna e l’avrebbe colpita più volte con un cacciavite lasciando il corpo senza vita e in un lago di sangue sul pavimento del soggiorno.

Ma la verità sulla morte della donna – ragazza madre – che lavorava come collaboratrice alla scuola Don Bosco di Torre del Greco, è  scritta nei racconti di chi le viveva accanto: i vicini di casa, le colleghe, le insegnanti con le quali si confrontava ogni giorno tra i corridoi dell’istituto diretto da Rosanna Ammirati.

Fabio Cerbasi

Dalle testimonianze raccolte emerge un particolare agghiacciante. Le persone del circondario, per le intemperanze di Fabio, tante volte in passato sono state costrette a chiamare in piena notte ma anche di prima mattina o a metà giornata, le forze dell’ordine. I residenti, spaventati dalle urla disperate e dai rumori che provenivano dall’appartamento al secondo piano del palazzo che si trova in una traversa privata di via Cesare Battisti, hanno chiesto a più riprese aiuto per nome e per conto della signora Brunella che, nonostante la paura, ha fatto l’impossibile per aiutare quel figlio che era in cura all’Igiene Mentale e che aveva avuto, a quanto pare, anche problemi di droga. Negli archivi di carabinieri e polizia, sarebbero custoditi i verbali di diversi interventi e sopralluoghi eseguiti nei mesi scorsi: segnalazioni che non sono servite a evitare un epilogo drammatico. E oggi c’è chi dice che, quello di Brunella, è stato un omicidio annunciato.

Il retro della casa dove è stata uccisa Brunella Cerbasi

Che cosa sia davvero accaduto nell’appartamento e che cosa abbia fatto scattare la furia omicida nella testa di Fabio la notte tra domenica e lunedì scorsi, non è ancora chiaro e saranno le indagini a stabilire movente e dinamiche. Ma a dare l’allarme sarebbe stato il presunto assassino. Secondo il racconto di alcuni testimoni, il giovane sarebbe andato a cercare la nonna che vive nello stesso palazzo. A lei, farneticando, avrebbe raccontato di avere ucciso la mamma. Allarmata dal racconto del nipote, l’anziana donna avrebbe chiesto ad una vicina di accompagnarla in casa della figlia e dopo avere aperto la porta con le chiavi, si sarebbe trovata di fronte ad una scena raccapricciante: il corpo senza vita di Brunella era nell’ingresso-soggiorno in una pozza di sangue.

Immediato l’arrivo sul posto della polizia e di un’ambulanza del 118: gli specialisti hanno solo potuto constatare il decesso della donna mentre gli agenti hanno bloccato e ammanettato il presunto omicida che dopo l’interrogatorio in commissariato è stato trasferito in carcere a Poggioreale. 

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Rosanna Ammirati, dirigente istituto D’Assisi-Don Bosco

“Un dolore grandissimo per tutti noi”, dice la dirigente dell’istituto comprensivo D’Assisi Don Bosco, Rosanna Ammirati. “Brunella era una donna molto riservata e a scuola non ha mai lasciato trapelare il suo disagio. Non ha mai chiesto aiuto, né ha raccontato il dramma che stava vivendo in casa. Siamo impegnati in prima linea nella difesa delle donne e siamo sempre pronti a intervenire e a tendere una mano alle persone che sono in difficoltà. Se avessimo saputo, avremmo combattuto al fianco di Brunella”.

“Nonostante tutto”, racconta Nunzia Orefice, docente della Don Bosco. “Brunella sorrideva sempre, era solare. Non l’abbiamo mai vista triste, forse per questo non abbiamo capito. Era una donna dalla battuta facile. Legatissima ai bambini della scuola dell’infanzia e alle docenti, era un membro attivo della nostra scuola, le volevamo tutti bene. Per questo, quando ho ricevuto la notizia della sua morte, ho fatto fatica a crederci. Adesso vorrei rivolgermi direttamente a lei e dirle: abbi cura di splendere, Brune’, ti abbraccio con la mente, insieme a tutte le docenti dell’ infanzia della sede Don Bosco”.

Mariella Romano

Giornalista freelance, ho imparato il mestiere di cronista consumando le suola delle scarpe. Non canto storie, scrivo ciò che vedo e racconto l’umanità che incontro. Non sopporto i numeri. Non so fare equazioni e conti e, in un mondo di variabili, alla ragione preferisco il cuore. Mi piace, assai, la terra in cui vivo.

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