L’Ascom: “Il commercio è in crisi, il Comune non perda tempo con i giochi di partito”

Torre del Greco, secondo l’associazione di categoria molti negozi non riapriranno

via-roma-torre-del-greco-mariella-romano-cronaca-e-dintorniIl Comune faccia presto, dia un segnale chiaro ai commercianti che rischiano di finire sul lastrico. È forte il grido di allarme lanciato dall’Ascom di Torre del Greco che punta l’indice contro i ritardi dell’amministrazione e la “mancanza di tempestivi interventi” a sostegno delle attività commerciali locali. Una fase di stallo che rischia di segnare il tracollo definitivo della “gran parte dei negozi” del centro e della periferia: “Rischiano di non riaprire più” denunciano i vertici dell’associazione di categoria.

“Servono misure”, secondo l’Ascom “che consentano alle attività di avere possibilità di sostenersi anche dopo la riapertura. Alcune forze politiche hanno già da tempo presentato valide proposte a sostegno delle attività imprenditoriali ma non ci risulta che ci sia stato riscontro da parte del governo cittadino”.

In attesa di risposte, l’Ascom rilancia chiedendo al Comune di stabilire “un contributo da destinare in modo proporzionale a tutte le attività per sopperire in virtù del mancato introito alle spese più urgenti”; di costituire “un fondo per il pagamento degli affitti”; di ridurre i costi per le occupazioni di suolo pubblico e parcheggi pubblici; di annullare tutte le imposte comunali per il periodo di chiusura e istituire un fondo di garanzia.

“L’Ascom”, si legge in un comunicato, “sollecita il Governo cittadino ad accogliere le istanze a sostenere tutte le iniziative che la politica locale vorrà mettere in atto a sostegno della categoria, prescindendo da giochi di partito che in un momento drammatico come questo sono del tutto inaccettabili. Sollecitiamo, nel più breve tempo possibile, un incontro anche in modalità telematica, con tutti gli organi istituzionali della città per affrontare concretamente le problematiche della categoria”.

Mariella Romano

Giornalista freelance, ho imparato il mestiere di cronista consumando le suola delle scarpe. Non canto storie, scrivo ciò che vedo e racconto l’umanità che incontro. Non sopporto i numeri. Non so fare equazioni e conti e, in un mondo di variabili, alla ragione preferisco il cuore. Mi piace, assai, la terra in cui vivo.

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