L’addio a Salvatore, il capostazione Eav morto in servizio: assenti le autorità cittadine
Torre del Greco, i funerali si sono svolti nella chiesa di Santa Maria del Popolo nel silenzio delle istituzioni e dell’azienda
Si sono svolti giovedì 1 aprile nella parrocchia di Santa Maria del Popolo a Torre del Greco, i funerali del capostazione Eav, Salvatore Brancaccio, morto sul lavoro, a 41 anni, venerdì 26 marzo, dopo essere stato travolto da un furgone con i freni fuori controllo nella stazione Circumvesuviana di Bivio Botteghelle a Napoli. Una cerimonia intima, officiata da don Rosario Borrelli, alla quale hanno partecipato i familiari e gli amici più cari. In prima fila la moglie Stefania Cirillo, la mamma Elena Panariello e la sorella Rosanna con il marito Gianluca. Straziato dal dolore, non è riuscito a presenziare alla messa, il padre Placido.
Grandi assenti le autorità e i rappresentanti delle istituzioni cittadine: per un figlio di Torre del Greco, morto sul lavoro, hanno dimenticato di esprimere il cordoglio della città.
Un silenzio assordante che è stato riempito dai tifosi della Turris che hanno poggiato una sciarpa con i colori della squadra corallina sulla bara di Salvatore e dalla affettuosa partecipazione, alla funzione religiosa, del presidente della Banca di Credito Popolare, Mauro Ascione, e dei vertici dell’istituto di credito di Torre del Greco e – a titolo personale – del consigliere comunale Valerio Ciavolino.
Tenere le parole che don Rosario ha dedicato a Salvatore, paragonandolo al chicco di grano che, nella terra, germoglia. Il giovane capostazione ha pagato a caro prezzo la generosità con la quale, quel maledetto giovedì, potrebbe essere intervenuto. Tradito dai freni impazziti di un furgone bianco che prendeva velocità su di una strada ripida, è morto lasciando sole le sue adorate donne: la moglie Stefania e la figlia Delia di appena dieci anni. Una dinamica tutta da chiarire: saranno le indagini aperte dalla Procura della Repubblica di Napoli ad accertare come si sono svolti i fatti.
Bello l’amore espresso, con le parole e con i gesti, dai tanti amici che lo stanno piangendo in queste ore. Toccante anche il ritratto di Salvatore realizzato dall’amico Andrea, esposto sul cancello della chiesa.
Commovente, infine, la lettera che la sorella Rosanna ha dedicato a Salvatore. Di seguito, il testo integrale.
“Salvatore, caro fratello mio;
da piccola, ricordo di aver desiderato ardentemente gli occhi uguali ai tuoi: azzurri e trasparenti. E non solo gli occhi, avrei voluto come i tuoi, perché tu piacevi subito a tutti. Succedeva che qualcuno si ricordasse di me, non con il mio nome ma come la sorella di Salvatore. I tuoi modi garbati, il tuo volto delicato e gentile, la tua dolcezza, incantavano chiunque. Caratterialmente eravamo due opposti: io impetuosa ed istintiva, tu pacato e assentato, metodico e preciso.
Ricordo che, nei nostri sogni, desideravo la Ferrari. Tu, invece, con mio stupore, desideravi la Cinquecento, per poterti muovere nei vicoletti stretti della città. Da adulta, ti ho ammirato ancor di più, quando sei diventato il papà esemplare di Delia: sapevi dosare le regole e la tenerezza, hai educato tua figlia con saggezza ed equilibrio e ti osservavo per imparare a fare bene quanto te.
Sei stato un figlio amorevole per i nostri genitori, sempre presente e pronto ad aiutare, e sei stato un marito innamorato e premuroso per la tua Stefania.
In ogni momento difficile della mia vita ho trovato conforto nelle tue parole, che mi hanno indicato sempre il modo giusto per superare gli ostacoli che via via si sono presentati. Oggi, che purtroppo non ci sei più, vorrei che tutti sapessero quale dono Dio mi ha fatto dandomi un fratello come te.
Non voglio lasciarti andar via così, non voglio dimenticare niente di te e tutto quello che tu sei stato. Desidero portarti dentro di me per poter essere migliore, perché le tue virtù e l’amore che hai diffuso intorno a te non devono andar persi. Non rinuncerò mai a pronunciare il tuo nome o a ricordarti, parlerò di te ai miei bambini e anche a me stessa, per assomigliarti, per lasciare accese tutte le fiamme che tu, inconsapevolmente con la tua bellezza d’animo, hai acceso.
Salvatore, amerò la tua Delia più di prima, cercherò di star accanto a tua moglie per sostenerla, consolerò i nostri genitori meglio che posso. Sarà così che ti onorerò. Camminerò sulla scia d’amore che hai tracciato tu, perché tu eri speciale. E niente di te andrà perso. Ti voglio bene, fratello mio”.