Abusi edilizi e demolizioni: corteo a Napoli in difesa della casa
A Torre del Greco 12 mila richieste di condono pendenti
Sono centinaia le famiglie in attesa di responso: migliaia di persone alle quali l’incubo di rimanere senza una casa ha tolto anche il sonno. Solo a Torre del Greco, sono almeno 12mila le richieste di condono che aspettano di essere valutate. Un lavoro enorme che, con trent’anni di ritardo, il Comune ha appena avviato: nell’elenco delle strutture da abbattere ci sono abusi definiti di necessità e ci sono edifici di matrice speculativa. Una situazione incandescente che ha convinto il coordinamento regionale Campania dell’Unione delle Associazioni in difesa del diritto alla casa a organizzare una manifestazione di protesta in programma per lunedì 20 gennaio in partenza alle 9 da piazza Garibaldi a Napoli.
“Al momento”, spiega Isidoro Vitiello, delegato cittadino dell’associazione Io Abito, “la difficoltà sta proprio nell’analisi dei casi. Il problema casa è una emergenza. Chi ha sbagliato è giusto che paghi ma non possiamo buttare nello stesso calderone chi, ad esempio, è stato truffato, come recentemente è avvenuto a Terzigno dove decine di famiglie si sono ritrovate per strada dopo essere stata raggirate; né mettere sullo stesso piano uno speculatore con un padre di famiglia che ha costruito una casa per necessità. Bisogna stabilire regole e criteri certi, prima di andare avanti con le demolizioni che già sono in programma”.
“In Italia”, aggiunge Raffaele Cardamuro presidente dell’associazione Io Abito, “ci sono 15milioni di istanze di condono pendenti. E poiché una licenza costa in media diecimila euro, facendo due calcoli lo Stato ha già a disposizione un tesoretto miliardario. Il problema in Campania, riguarda un milione di fabbricati: sono illegali supermercati, ristoranti e perfino caserme. Poi ci sono le abitazioni costruite per necessità che devono essere assolutamente difese. Tenendo presente che su 550 comuni solo 40 sono dotati di piani regolatori, i cittadini sono stati indotti all’illegalità per ottenere un diritto. Dunque, lo Stato faccia i conti con la realtà e intervenga al più presto”.
“Chi ha costruito abusivamente ha sbagliato”, spiega Luigi Mele, consigliere comunale di Forza Italia, “ma è ovvio che non ha sbagliato da solo visto che le responsabilità sono molteplici e a più livelli. Ma abbattere oggi, a trent’anni di distanza dall’abuso, e mandare decine di famiglie in strada è ancora più grave. Bisogna trovare una soluzione e per farlo servono leggi nuove”.