Angela Cappuccio dieci anni fa

Abusata a sei anni si ammala di anoressia. La storia di Angela che sul punto di morire ha scelto la vita – Video

Giornata del fiocchetto lilla dedicata ai disturbi alimentari

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Angela Cappuccio dieci anni fa

Voleva morire, Angela. Lo raccontava il suo corpo abusato da orchi camuffati da nonni. Lo diceva senza mezzi termini, mentre diventava pelle e ossa, ammalandosi di anoressia, e consumandosi gli occhi impotenti dei genitori. Diciotto chili appena: parametri vitali quasi inesistenti. Un pomeriggio, nella sua casa di Forcella, a Napoli, arrivò anche il sacerdote a impartirle l’Estrema Unzione. Lo chiamò la mamma, temendo che quella figlia malata di anoressia potesse spirare da un momento all’altro. Invece, a un passo dalla fine, quando tutto sembrava perduto, nella mente e nel cuore di Angela Cappuccio, qualcosa si è mosso. O meglio, una scintilla si è riaccesa, riportando la speranza e restituendole la forza di combattere.

 

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Angela Cappuccio oggi

Oggi, Angela, teneramente chiamata Mollichina dalla mamma, racconta la sua storia sfoderando il sorriso: ce l’ha fatta. Grazie agli specialisti che l’hanno tenuta in cura – su tutti il dottore Leonardo Mendolicchio – e grazie alla sua forza di volontà, ha aperto un blog per aiutare se stessa e gli altri. E con lo stesso obiettivo ha messo in piedi l’associazione Mollichine Lilla: un faro per chi sta lottando contro l’anoressia e la bulimia. Una storia a lieto fine che, Angela Cappuccio, nella giornata dedicata ai dusturbi alimentari – il 15 marzo – ha raccontato agli studenti dell’Istituto Degni di Torre del Greco, diretto dalla preside Benedetta Rostan, grazie all’iniziativa promossa dal Comune e dalla consigliera al Benessere cittadino, Carmela Pomposo che ha ha organizzato tre incontri con le scuole del territorio.

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“Appuntamenti importanti”, spiega Carmela Pomposo, “perché offrono ai ragazzi gli strumenti giusti per farsi aiutare. Chi soffre di anoressia o bulimia non deve sentirsi abbandonato e l’informazione è fondamentale per spalancare le porte della solitudine”. 

“L’obiettivo della scuola e delle istituzioni”, dice la preside Benedetta Rostan, “è quello di creare una rete e abbattere le barriere. È necessario che la scuola con le famiglie facciano sentire i ragazzi accettati per quello che si è, a prescindere da quelli che sono i canoni che ci vengono imposti dai media”. 

Mariella Romano

Giornalista freelance, ho imparato il mestiere di cronista consumando le suola delle scarpe. Non canto storie, scrivo ciò che vedo e racconto l’umanità che incontro. Non sopporto i numeri. Non so fare equazioni e conti e, in un mondo di variabili, alla ragione preferisco il cuore. Mi piace, assai, la terra in cui vivo.

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