Attentato al pub. La solidarietà e la vicinanza della Chiesa. Il decano: "Mai arrendersi alle seduzioni camorristiche".
A poche ore dall’attentato contro il Tower Pub di Torre del Greco e pochi minuti prima del flash mob di solidarietà organizzato per venerdì 8 marzo in corso Garibaldi dalle istituzioni politiche e dalle associazioni di categoria a sostegno degli imprenditori, contro l’atto intimidatorio che alle tre del mattino ha distrutto una parte del locale di Carlo Esposito e del suo socio, scende in campo anche la Curia arcivescovile di Napoli, con il decano don Salvatore Accardo.
In una lettera inviata ai titolari del pub, il decano “a nome dei sacerdoti e di tutta la comunità ecclesiale di Torre del Greco”, esprime “solidarietà e rammarico per un atto verosimilmente intimidatorio”.
“Desidero”, aggiunge don Salvatore Accardo, “far sentire forte non solo la nostra vicinanza ma anche la nostra ferma condanna che si leva sempre più forte contro ogni forma di malaffare, di criminalità e contro chi, ricorrendo alla violenza o alle illegalità, pugnala e tradisce la nostra comunità cittadina alle spalle. A lei, carissimo signor Carlo, che ha fatto dell’imprenditoria e dell’arte enogastronomica, non solo l’onesto mezzo di sostentamento – suo, della sua famiglia e dei giovani che lavorano presso il suo esercizio commerciale – ma anche e soprattutto un segno (o forse sogno) di rinascita di uno storico quartiere della nostra amata Torre del Greco, l’invito ad alzare il capo, a non mai cedere alle lusinghe e seduzioni camorristiche di chi conosce solo violenze e soprusi, a non arrendersi, a non fermarsi alle soluzioni più facili e ad essere sempre di buon esempio per tutta la comunità di Corso Garibaldi e non solo. Il comune desiderio di risurrezione e di impegno per il bene comune ci aiuti sempre – insieme, comunità ecclesiale e civile – a non girare la testa altrove quando il male si fa invadente”.
Nella lettera indirizzata a Carlo Esposito, l’imprenditore che di fronte all’ordigno incendiario e al locale parzialmente distrutto dal fuoco ha urlato “non ci avete fatto niente”, il decano rivolge un invito anche “all’amministrazione comunale, alle autorità civili, militari e religiose chiamate a spendersi per il collettivo interesse”.
“Rivolgo a tutti”, conclude don Salvatore Accardo, “l’esortazione a saper e voler spendere le energie migliori, per creare condizioni di lavoro e di vita più dignitose, per riavviare un concreto processo di ripresa economica e sociale”.