L’aurora boreale in Italia: “Attenzione ai satelliti e ai blackout energetici”
L’astrofisica Clementina Sasso mette in guardia dai danni che il fenomeno potrebbe provocare
Attenzione all’aurora boreale perché non è solo incantevole bellezza quel rosso-rosa che, il 6 novembre, ha illuminato il cielo del Nord Italia e di alcune città del Sud. Il fenomeno, rarissimo da vedere a basse o intermedie latitudini, è stato generato da una tempesta geomagnetica che indica l’aumento dell’attività solare. Un evento bello e straordinario che potrebbe però scatenare improvvisi blackout energetici e danneggiare i più sofisticati sistemi di trasmissione.
“Da astrofisica solare preferirei non vedere l’aurora boreale a Napoli”, dice Clementina Sasso, ricercatrice presso l’Osservatorio astronomico di Capodimonte.
Dottoressa Sasso, perché sarebbe meglio non vedere l’aurora boreale da queste parti?
“Le particelle energetiche possono provocare danni ai satelliti delle telecomunicazioni e di localizzazione in orbita (i Gps) e, dunque, provocare blackout nel funzionamento delle nostre apparecchiature elettroniche che si basano sulla trasmissione di questi dati”.
Possono verificarsi anche problemi più gravi?
“Certo. È alto il rischio di danni alla rete elettrica che potrebbero provocare blackout energetici”.
Ma come nasce un’aurora boreale?
“Sono frutto dell’interazione tra le particelle cariche che compongono il plasma solare con il campo magnetico terrestre. Le vediamo quando queste particelle riescono ad entrare nella nostra atmosfera, veicolate dal nostro campo magnetico, ed interagiscono con gli atomi e le molecole che la compongono. Ovviamente più è alta la quantità e la velocità di queste particelle dirette verso la Terra, maggiore sarà la possibilità di osservare le aurore”.
Quando si verificano questi fenomeni?
“Durante i periodi in cui il Sole è al massimo della sua attività magnetica. Esattamente come sta accadendo in questi giorni. Perciò, c’è maggiore possibilità di assistere ad eventi eruttivi, vere e proprie espulsioni di enormi quantità di massa solare, che proiettano le particelle solari nello spazio circostante. Se una di queste eruzioni è diretta proprio verso la Terra, possiamo avere una più alta probabilità di assistere al fenomeno delle aurore”.
Di solito, però, le aurore boreali si verificano nelle regioni polari o comunque vicine ai poli. Perché le stiamo vedendo anche in Italia?
“L’ingresso delle particelle solari avviene proprio in quelle zone dove il campo magnetico terrestre offre una protezione minore e risulta connesso direttamente alla Terra. Quando abbiamo un’eruzione molto energetica, le particelle riescono ad eccitare gli strati più alti dell’atmosfera sulle zone polari e ad ispessire la zona interessata così che, vista la curvatura della Terra, riusciamo a vedere la parte più alta dell’aurora anche a più basse latitudini. Va da sé che più l’evento solare è energetico, più sarà grande la probabilità di vedere l’aurora a basse latitudini, più sarà grande la possibilità che la nostra tecnologia subisca danni”.